Alias Comics 1: Frontiere, la recensione

Abbiamo recensito per voi Frontiere, il primo numero di Alias Comics, il nuovo inserto a fumetti del Manifesto

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Alias Comics #0, copertina di Stefano ZatteraLa nuova scommessa editoriale del Manifesto, quotidiano diretto da Norma Rangeri, propone 32 pagine a colori contenenti tre storie inedite e una quarta - revisionata in termini di lettering e colore - scelta tra le pubblicazioni indipendenti.

Questo numero 1 è intitolato Frontiere, come riporta la suggestiva copertina di Stefano Zattera (disponibile all'interno in formato poster) e si apre con il racconto graffiante di Diego Cajelli e Andrea Voglino ai testi e Gianluca Maconi alle matite: Bravado. L'episodio, intitolato Porta Ciccia Blues, introduce il protagonista che dà il nome alla miniserie: un pensionato sui generis, un teppista ultra-stagionato, egoista e scapestrato. È il pezzo altamente sarcastico e dissacrante di Alias Comics. Spiazzante e amaro, ma non così lontano da una potenziale realtà, è il futuro imminente immaginato da Cajelli e Voglino in cui i privilegiati della società sono gli anziani, unici ex lavoratori a poter contare ancora su una pensione dignitosa. Bravado la sperpera allegramente con hobby tutt'altro che ortodossi, tra prostitute, violenza e droghe. Il soggetto funziona, prospettandosi come una nuova luce nel buio della satira italiana, finora illuminato quasi esclusivamente da Don Zauker dei Paguri.

Stella Rossa – Life On Mars, firmato come autore completo da Onofrio Catacchio e colorato da Manuela Nerolini, non è da meno. Ritorna con avventure inedite, in uno spin-off dedicato al Pianeta Rosso, l'astronauta sovietico Gregory Vostok, nato all'inizio degli anni '90 su Fuego e Nova Express. La classe cristallina e il tratto inconfondibile di Catacchio danno vita a una breve ma coinvolgente vicenda in cui l'elemento sovrannaturale si fonde con quello fantascientifico e non manca di offrire spunti di riflessione.

Dopo l'intermezzo costituito dall'intervista di Voglino a Federico Mastrogiovanni, giornalista artefice del reportage Ni vivos ni muertos, edito da Derive Approdi - un'esemplare inchiesta sui Desaparecidos messicani - arriviamo a Universo finito, scritto, disegnato e colorato da Ariel Vittori. La talentuosa artista ci offre un'opera curiosa e affascinante per la libertà schematica della tavola e per lo stile cartoony adottato: nella storia, la dimensione onirica e quella virtuale si mescolano e - in linea con il tema portante dell'albo - sembrano non avere frontiere.

Il remaster del mese – colorato da Romina Denti - è firmato da Mabel MorriFino a qui tutto bene, tratto da Antologia Self Comics #1, del 2005. É la cronaca senza età, senza ipocrisie (e libera dalle incrostazioni dei pregiudizi) dei sogni di una studentessa liceale sedicenne sospesa tra presente e futuro, tra i classici della letteratura, lo sport e i primi indecifrabili sussulti del cuore; una storia di una delicatezza e di una sensibilità uniche, preziosa e fuggevole come i petali di un fiore.

Alias Comics si presenta al primo colpo il prodotto che ci era stato promesso, una rivista autoriale e popolare capace di raccogliere, grazie a un team creativo di altissimo livello, proposte innovative che difficilmente troverebbero dimora altrove, ma che rappresentano una boccata d'aria salubre e rinfrescante in quest'estate calda e siccitosa.

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