Alan Wake: American Nightmare - Incubo nel Midwest

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American Nightmare ripropone sostanzialmente la medesima formula del predecessore, certo più razionalizzata e compressa all’interno di spazi e tempi necessariamente contenuti.

Recensita la nuova avventura di Alan Wake, lo scrittore tormentato dall'oscurità

Alan Wake è ancora intrappolato sul fondale del lago Cauldron. Due anni sono passati. Nessuno ne sa più niente. Eppure, lo scrittore continua a combattere contro i suoi fantasmi…

Dopo aver appassionato la critica, senza tuttavia riscuotere grandi successi commerciali, le avventure di Alan Wake tornano sotto forma di esclusiva Xbox 360 scaricabile dal Marketplace al prezzo di 1200 Microsoft Points (circa 15 euro). Non si tratta di un vero e proprio sequel, piuttosto di uno spin-off, secondo il clichè tipico delle serie TV americane. Va comunque detto che, pur trattandosi di una vicenda autoconclusiva all’interno dell’“universo Alan Wake”, American Nightmare richiede la piena conoscenza degli avvenimenti del primo episodio per essere apprezzato.

Dai nebbiosi boschi di Bright Falls al deserto dell’Arizona il passo è lungo, per quanto su un foglio di carta si tratti semplicemente di differenti combinazioni di lettere. Alan Wake è ancora disperso nei meandri della sua stessa mente, ancora perseguitato dalla sua “metà oscura”, Mr. Scratch (nella traduzione italiana, purtroppo, Mister Graffio). American Nightmare altro non è che un episodio di Night Springs (la serie TV ispirata a “Ai Confini della Realtà” che era possibile visionare sulle TV sparse nei livelli del primo episodio), che un giovane Alan agli esordi della propria carriera era riuscito a farsi pubblicare.  In questo delirante ricordo di gioventù si consuma il nuovo scontro tra luce e oscurità, con il Paladino della Luce e la sua nemesi destinati a darsi battaglia.

Dal punto di vista narrativo, American Nightmare non si concede grandi premesse, gettando subito il giocatore nel vivo degli eventi (da qui la necessità di affrontare prima l’originale) e sfruttando ancora una volta l’eccezionale meta-narrativa del capostipite: in una storia in cui lo sceneggiatore (reale) e il protagonista (fittizio) si identificano, in cui è lo scrittore stesso a vivere il parto della propria immaginazione, la sospensione dell’incredulità non è più necessaria e tutto è possibile. Ancora una volta queste premesse vengono sfruttate facendo trovare ad Alan le pagine del proprio manoscritto, come sempre ricche di presagi su quanto accadrà, o, perché no, approfondimenti interessanti su ciò che è già stato, mentre il parto della sua immaginazione si concretizza davanti ai suoi occhi.  

Spingendo un po’ l’acceleratore sul lato action dell’offerta ludica, American Nightmare ripropone sostanzialmente la medesima formula del predecessore, certo più razionalizzata e compressa all’interno di spazi e tempi necessariamente contenuti. La nuova ambientazione si rivela divisa in tre spazi ben delimitati (il Motel, l’Osservatorio, il Drive In), tutti molto ampi e ricchi di sbloccabili non direttamente connessi al completamento dell’avventura: American Nightmare è chiaramente dedicato agli appassionati del capostipite, i quali troveranno qui decine e decine di pagine di manoscritto, TV e radio dalle quali godersi i gustosi stacchetti audio e video e valigette contenenti armi speciali (sbloccabili solo dopo aver rinvenuto un certo numero di pagine dattiloscritte).  Anche grazie a queste ultime, l’arsenale si presenta decisamente più variegato: alle armi tradizionali disponibili nel predecessore (revolver, fucili da caccia) si affiancano ferri ben più performanti e attinenti all’atmosfera vagamente pulp di questo spin-off, come la mitraglietta UZI e la sparachiodi. A un potenziale offensivo nettamente aumentato corrisponde naturalmente la comparsa di nuovi nemici: i “taken” (comuni cittadini corrotti dall’oscurità) si presentano in forme inedite, tra cui una singolare specie in grado di clonarsi ogni volta che viene colpita dalla luce.  

Tra combattimenti (mai troppo difficili, purtroppo) e gustosi stacchetti narrativi le circa cinque ore di gameplay scorrono veloci, riuscendo a non annoiare nonostante le tre ambientazioni siano da attraversare più volte. Il paradosso temporale su cui si basa la trama vede infatti Alan intrappolato in una sorta di loop, che lo costringe a ripetere più e più volte le stesse azioni nel tentativo di trovare gli strumenti per riscrivere la realtà, sfuggendo al suo incubo.  Dal punto di vista del design dei livelli, American Nightmare manca forse di quel coraggio (follia?) mostrato dai Remedy nelle due espansioni del capostipite (The Signal e The Writer), in grado di portare la metanarrativa a livelli quasi sperimentali. Qui si osa molto meno, ma il risultato è comunque godibile e divertente grazie alla qualità dello script e alla grande cura al dettaglio. 

Una volta completata la modalità storia sarà possibile cimentarsi con Fight Till Dawn, una modalità survival che vedrà il giocatore costretto a difendersi “fino all’alba” (ossia per 10 minuti) da progressive ondate di nemici in mappe di medie dimensioni. Si sente la mancanza di una cooperativa (ingiustificata, dato che l’elemento horror è già attenuato dalla mancanza di una contestualizzazione narrativa), ma anche da soli l’esprienza è innegabilmente divertente: ci si troverà a scegliere se individuare un buon punto strategico e rimanere fermi in attesa dell’alba, oppure aggirarsi in cerca di armi più performanti, mentre i posseduti si fanno sempre più forti e numerosi. Un moltiplicatore (che si azzererà qualora si venga colpiti) porterà ad un punteggio finale, confrontabile con quello degli amici tramite le classifiche online.  

La breve ma intrigante modalità storia e l’aggiunta del survival fanno di American Nightmare un gioco consigliato a tutti i fan dello scrittore. Per quanto si tratti di una sorta di spin-off autoconclusivo, il titolo regala momenti divertenti e molte possibilità di approfondimento, senza dimenticare le fasi di combattimento ben orchestrate, giustificando appieno il prezzo d’acquisto.

Video:

Video credits: Remedy/Micirosft Game Studios 2011 - 2012 remedygames.com

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