On Air: Storia di un Successo, la recensione
In cerca di grandezza con un gusto molto personale per la messa in scena, On Air è però tarato dall'essere un'agiografia del suo protagonista
Il film infatti ha due storie dentro di sè, una riguarda le peripezie professionali di Mazzoli ed è la più interessante, perché incrocia buona parte della storia delle radio commerciali tra gli anni ‘70, ‘80 e ‘90; l’altra è molto meno forte ed è la storia privata di Mazzoli, i suoi tormenti e i suoi problemi. Molto meno interessante soprattutto perché è sempre Mazzoli, in un continuo sfondare la quarta parete (e ogni tanto gli riesce anche bene, con vero gusto di meta cinema), a raccontarla, di fatto assolvendosi anche negli episodi più bui. Genio nei successi e sregolatezza nei problemi, Mazzoli ne esce sempre bene, al massimo come un incorreggibile donnaiolo o un indomito spirito libero. Non c’è vera condanna, del resto come potrebbe esserci viste le origini della sceneggiatura?
Il caso più evidente è quello della madre del protagonista, interpretata da Chiara Francini, inaspettatamente un personaggio complesso dalla storia complessa che però non è mai seguito davvero o approfondito come meriterebbe. Donna sola, lasciata dal marito e dal figlio (che preferisce vivere con il padre per vederla ogni tanto), povera mentre il marito è ricco, presa a bastonate dalla vita (da anziana si capisce faccia la badante senza confessarlo), è un coacervo di misteri non raccontati, un assaggio mai portato a pietanza. Vittima di trascuratezze terribili da parte di padre e figlio, che il film non nasconde ma nemmeno affronta mai veramente, per lei non c’è tempo nemmeno in questo film.