Ahsoka 1x05, "La guerriera ombra": la recensione

La recensione del quinto episodio della prima stagione di Ahsoka, disponibile in streaming su Disney+

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La recensione del quinto episodio di Ahsoka, intitolato "La guerriera ombra", disponibile su Disney+.

Lo scorso episodio di Ahsoka si era concluso con un cliffhanger nel senso più letterale del termine: sconfitta nel duello contro il Jedi Caduto Baylan Skoll, la protagonista era precipitata giù da una scogliera a picco sul mare, per risvegliarsi nella dimensione mistica della Forza nota come il “mondo tra i mondi” e accolta dalla visione del suo ex-maestro, nientemeno che Anakin Skywalker.
Se a questo uniamo la partenza del team dei malvagi verso il luogo d’esilio di Thrawn assieme a Sabine, in parte prigioniera e in parte riluttante alleata, e il fatto che l’episodio odierno si era guadagnato addirittura gli onori di una proiezione in alcuni cinema selezionati del mercato americano e anglosassone, le aspettative erano alte.

Spiazza quindi scoprire che ci troviamo di fronte a un episodio che non possiamo certo definire filler, ma che non va oltre l’episodio di transizione: si scava un po’ nelle vicende personali dei protagonisti, ci si riorganizza e si fa il punto della situazione, ma la trama principale resta per buona parte messa in pausa.

Maestro e Apprendista, Faccia a Faccia

Come spesso accade in Ahsoka, le coordinate fornite dalle serie animate che l’hanno preceduta servono a fornire un contesto più ampio alle vicende della serie. È dunque essenziale ricordare che (al netto di vicende che ci devono ancora essere raccontate), l’ultimo incontro tra Ahsoka e Anakin/Vader era avvenuto in occasione di Star Wars Rebels, presso il tempio Sith di Malachor. Uno scontro dove peraltro il Jedi caduto era all’apice della sua oscurità, e aveva tentato di uccidere (essenzialmente riuscendoci) la sua apprendista. Un nuovo faccia a faccia con Anakin, stavolta post-redenzione, era carico di significato e di aspettative. Spiace quindi notare che l’incontro misticheggiante tra i due resta fumoso, trattenuto, e a tratti confuso. Si parla di scelte, di vita e di morte, si ripercorrono gli scenari delle Guerre dei Cloni, si strizza l’occhio al soprannome giovanile di “furbetta” e si infarciscono le visioni di riferimenti, citazioni e ammiccamenti in cui Filoni è maestro, ma da una reunion successiva al momento in cui i due contendenti avevano cercato di uccidersi a vicenda, era auspicabile trovare uno slancio emotivo e un coinvolgimento personale più marcato.

Sul piatto positivo della bilancia va invece senz’altro collocata la performance di Hayden Christensen, che come Ahmed Best prima di lui, trova nelle serie televisive il riscatto alle critiche che lo avevano afflitto all’epoca dei prequel. La transizione sfuggente e imprevedibile tra i vari stati d’animo e le varie incarnazioni di Anakin è resa ottimamente, e anche se il ringiovanimento in CGI ha ancora qualcosa che non convince del tutto, appare chiaro che l’attore è ormai padrone del personaggio e lo sa gestire a dovere.

Ahsoka “rinasce”?

Tornata nel mondo dei vivi e recuperata dalla squadra di Hera, Ahsoka, ora biancovestita come Gandalf prima di lei e come la sua ultima comparsa nelle serie animate facevano presagire, si prepara ad affrontare la fase finale della sua missione.
Ancora una volta, partendo dal lato positivo, possiamo dichiararci soddisfatti dell’uso che è stato fatto del famigerato ‘mondo tra i mondi’, che a conti fatti non ha fatto altro che da scenario onirico delle visioni della protagonista in stato di incoscienza e non è servito a introdurre ingerenze narrative o deus ex-machina nella trama portante. Viene da chiedersi se quello che abbiamo visto sia stato il ‘punto critico’ del personaggio di Ahsoka, e quale sia stata la vera natura della crisi da cui ora è risalita, perché a conti fatti il personaggio sembra relativamente sempre lo stesso, e complice anche l’interpretazione stoica in simil-samurai che le impartisce Rosario Dawson, cogliere l’essenza della sua evoluzione non è facilissimo. Anche in questo caso, una narrazione più esplicita e carica sarebbe tornata a vantaggio dell’episodio.

Il Viaggio Ricomincia

La parte finale dell’episodio tira le fila del tutto e lancia la serie verso quello che sarà il suo atto finale. In quest’ultima fase si distinguono soprattutto due personaggi secondari, il droide Huyang, reso da un David Tennant in uno stato di grazia e benedetto da un copione ispirato e sagace, e il piccolo Jacen Syndulla, che dimostra di non essere soltanto un cameo o un attachment al personaggio della madre, bensì di avere un buon potenziale sia nella Forza che come futuro oggetto di nuove avventure. Gratificante e maestoso il ritorno in scena dei purrgil, che chiudono il capitolo con una sequenza visivamente imponente e mozzafiato.

In conclusione: pur essendo ricco di momenti visivamente ed emotivamente validi, questo episodio sacrifica il crescendo che era stato costruito da quello precedente ma non offre in cambio una controparte altrettanto potente o risolutiva, quindi c’è una leggera flessione in discesa rispetto al picco raggiunto in quello precedente. Ora che però la serie è lanciata verso la conclusione, confidiamo che per il trittico finale, la… Forza torni a scorrere potente.

Trovate tutte le notizie su Ahsoka nella nostra scheda.

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