Ahsoka 1x04, "Jedi caduto": la recensione
La recensione dell'episodio 4 di Ahsoka, intitolato Jedi caduto e disponibile in streaming su Disney+
La recensione del quarto episodio di Ahsoka, intitolato "Il jedi caduto", disponibile su Disney+
Eroi in Crisi
Una cosa è fin troppo chiara nella sequenza degli eventi che chiude il capitolo del pianeta Seatos: i protagonisti vivono la loro ora più nera in questo episodio. Hera Syndulla, accorrendo in soccorso delle amiche e contravvenendo agli ordini della Repubblica nel farlo, porta alla morte buona parte della squadriglia di Ala-X che li accompagna, e anche se questa non è la storia di Hera, l’esito infausto della sua bravata avrà (o dovrebbe avere) delle conseguenze. Anche Ahsoka perde la sua sfida incrociando le spade con il Jedi decaduto Baylan Skoll. Sconfitta in combattimento che forse non brucia quanto la separazione della sua strada da quella della potenziale discepola Sabine che, anteponendo il bisogno personale al… bene superiore, accetterà di seguire i Jedi Oscuri nel compimento del loro viaggio alla ricerca di Thrawn (e, naturalmente, di Ezra), in quello che è un momento genuinamente inaspettato e che spariglia le carte in tavola in quella che finora era una trama che procedeva su binari classicheggianti.
Nemici Verso la Meta
Se gli eroi sono in crisi, va da sé che le cose devono andare bene per i nemici, e in effetti questo è l’episodio in cui i piani di Morgan Elsbeth per ricongiungersi al Grand’Ammiraglio perduto fanno un grosso balzo in avanti… in senso letterale. Il Magistrato porta a casa il completamento e l’uso dell’Occhio di Sion, il grande anello iperspaziale che sarà in grado di raggiungere la galassia ancora più lontana lontana oggetto delle sue ricerche, evocando un altro cliché starwarsiano e di tutte le avventure pulp che si rispettino, quello del conto alla rovescia. Sovvertiamo anche questo stereotipo e stavolta la provvidenziale interruzione per mano degli eroi è solo temporanea: il conto alla rovescia arriva fino in fondo e lancia la squadra dei villains verso la meta.
Merito soprattutto di Baylan Skoll: il Jedi decaduto interpretato dal compianto Ray Stevenson si impone come personaggio chiave di tutto l’episodio, salvando la missione dall’attacco di Ahsoka e Sabine, sconfiggendo la prima in duello e soprattutto esercitando un richiamo irresistibile sulla seconda che dà modo al personaggio di esibire il suo carisma e all’attore di dare un’interpretazione magnetica.
Da sottolineare anche il parallelismo tra i due maestri e i due apprendisti, abbondantemente sottolineato a più riprese nel corso dell’episodio: se Ahsoka ha le sue difficoltà a entrare in sintonia con Sabine, anche Baylan ha qualche difficoltà a tenere imbrigliata la discepola Shin, che lascia presagire un potenziale ruolo di scheggia impazzita per il membro più giovane della coppia. Il fronte dei villains deve registrare la perdita dell’ex-Inquisitore Marrok, sommariamente tolto di mezzo nelle prime fasi dello scontro, come tende ad accadere spesso agli Inquisitori. Si chiude così una ridda di ipotesi sulla sua identità, consegnando il personaggio al puro ruolo di temporaneo antagonista d’azione che aveva svolto finora (anche se l’anomalo modo in cui si è “sfaldato” sotto i colpi di spada laser potrebbe avere ancora qualcosa da dire).
Ritorno al Mondo tra i Mondi
La scena finale dell’episodio riapre infine le porte di quello che era un momento che molti attendevano (o temevano) fin da quando si è iniziato a parlare della serie di Ahsoka. Il ritorno della Togruta nel “mondo tra i mondi”, l’indefinito limbo interdimensionale introdotto nella serie animata di Star Wars Rebels e che già l’aveva vista protagonista di una scelta narrativa molto particolare. Dire che siamo nel cuore della serie è un eufemismo: Filoni cala subito l’asso di briscola mettendo Ahsoka di fronte al personaggio a cui è legata a doppio filo da sempre, Anakin Skywalker. Comunque vadano poi le cose, la serie di Ahsoka ci regalerà l’attesissimo ricongiungimento tra apprendista decaduta e maestro redento che gli eventi del mondo ‘reale’ ci avevano negato, e ci sono pochi dubbi sul fatto che sarà un faccia a faccia intenso, commovente e memorabile. Il mondo tra i mondi però è anche foriero di espedienti narrativi da centellinare con parsimonia, e il rischio di scorciatoie narrative o di deus ex-machina è alto quanto la carica emotiva del ritrovo con Anakin. Nel bene e nel male, il prossimo episodio lascerà il segno. Nel frattempo, tuttavia, questa quarta parte si rivela la migliore tra quelle andate in scena finora, a riprova che ritmi, intensità e posta in gioco della vicenda vanno crescendo costantemente.