Agents of SHIELD 7x10 "Stolen": la recensione
Dopo il sacrificio della scorsa settimana, Agents of SHIELD conferma la corsa emotiva che ci accompagnerà fino al finale
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Dopo il sacrificio di Enoch della scorsa settimana, Agents of SHIELD conferma la corsa emotiva che ci accompagnerà fino al finale di serie. Non manca molto in effetti, e Coulson e gli altri sono sempre più coinvolti nel tentativo di impedire che le minacce di Malick e Sybil prendano il sopravvento. Quindi rieccoli, siamo sempre negli anni '80, a cercare di impedire che la minaccia degli Inumani traviati o catturati da Nathaniel si sviluppi in qualcosa di molto pericoloso. Si dà un grande spazio ai legami familiari nell'episodio, intitolato Stolen, e c'è spazio per qualche momento emotivo.
Ma il senso di famiglia non è tutto qui. Simmons, che nel finale viene anche rapita, torna a parlare di Fitz nel riferimento settimanale obbligato al personaggio più atteso di sempre. Teme che i suoi messaggi siano indirizzati al nulla, che non ci sia più nulla da fare, ma Deke non la pensa così e, per altri canali, anche Malick alla fine le dice che Fitz sarà importante. In tutte le occasioni in cui il team vince, Fitz è determinante. Pertanto lo scopo di Malick ora è quello di trovarlo, ma non sarà solo in questo. Con lui c'è John Garrett, e qui va sottolineata l'intuizione davvero buona di farlo interpretare a James Paxton, figlio dello scomparso Bill Paxton che prestava il volto al personaggio.