Agents of SHIELD 7x09 "As I Have Always Been": la recensione
Poteva Agents of SHIELD privarsi dell'episodio sul loop temporale in una stagione tutta incentrata sui viaggi nel tempo?
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Poteva Agents of SHIELD privarsi dell'episodio sul loop temporale in una stagione tutta incentrata sui viaggi nel tempo e sulla voglia di divertirsi? Decisamente no, e guardacaso si tratta anche della miglior puntata della stagione. Elizabeth Henstridge, un po' costretta dalla scrittura in una stagione che ha rimandato moltissimo le discussioni su Simmons e Fitz, dirige qui il suo primo episodio, e contribuisce ad una bella parentesi. Al termine di questa, compiuto il sacrificio finale per qualcuno, ai sopravvissuti rimarrà il dolore, ma anche l'esigenza di proseguire verso la fine del viaggio.
Il loop temporale, inteso come genere a sé, ha delle regole prestabilite. Agents of SHIELD non salta nessun passaggio, ma ha l'intelligenza di non prendersi mai sul serio – se non quando sarà necessario – e di arrivare dritto al punto. La questione del loop temporale è immediatamente messa in gioco, da subito capita da Daisy e da subito spiegata agli altri. Senza ritardi, necessità di ambientarsi, accettare quel che sta succedendo. Semplicemente, c'è un problema e va risolto. Perfino Sousa, personaggio con il quale la scrittura ha capito tutto, sta lì e accetta. Non si lamenta, offre il suo aiuto incondizionato, non perde tempo.