Agents of SHIELD 7x05 "Una trota nel latte": la recensione
A patto di non farsi troppe domande sul funzionamento dei viaggi nel tempo, questa settima stagione di Agents of SHIELD è divertente
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A patto di non farsi troppe domande sul funzionamento dei viaggi nel tempo, come la stessa serie ci chiede di fare, questa settima stagione di Agents of SHIELD è abbastanza divertente. C'è tanta voglia, settimana dopo settimana, di non prendersi sul serio, di fare un ultimo giro sulle giostre con i protagonisti. Questo significa anche sfondare la quarta parete quando possibile. Lo aveva fatto l'episodio noir in bianco e nero della scorsa settimana, e lo fa anche il quinto, ambientato negli anni '70. Lo show inizia infatti con una sigla d'epoca, che annuncia gli attori della serie e il titolo dell'avventura della settimana. Da quel momento in poi la narrazione ritorna normale, ma non mancano le battute sull'epoca.
Stavolta si tratta di impedire ai soliti Chronicoms di anticipare di decenni il progetto INSIGHT, quello di Captain America – Winter Soldier, e quindi di fermare l'Hydra. La famiglia Malick è al gran completo, anche oltre le aspettative. Gli alieni non si sono fatti problemi a alterare il corso della storia, e sia Wilford che Nathaniel Malick sono ancora vivi. Spetta allo SHIELD intervenire per salvare la situazione. In qualche modo la linea temporale è stata alterata per sempre, ma i protagonisti si preoccupano di più per l'emergenza attuale. In qualche modo l'obiettivo viene raggiunto, ma tutto lavora per darci l'impressione che questa vittoria sia stata più sofferta di quel che appare.