Agents of S.H.I.E.L.D. 3x21 "Absolution"/3x22 "Ascension" (season finale): la recensione

Agents of S.H.I.E.L.D. si congeda dal suo pubblico con un doppio finale in cui il team di Coulson cerca di fermare la furia di Hive

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Spoiler Alert
La terza stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. era iniziata con i Secret Warriors e... in realtà non ha mantenuto quella promessa. Gli Inumani, lo spazio, qualche dipartita più o meno illustre, un'eterna friendzone abbattuta, ma al tempo stesso è mancato quel salto in avanti che ci aspettavamo. La serie Marvel in onda sulla ABC ha sempre dovuto fare i conti con il fatto di essere l'estensione di un universo cinematografico che la ignora – lo stesso vale per Netflix – e con il dover sempre ricadere in se stessa, osare quel tanto che basta e poi tornare al suo nucleo originale. Un po' come Yo-Yo, che scatta in avanti a gran velocità e altrettanto velocemente torna al punto di partenza. Questo era il doppio finale, ed è stato anche l'episodio migliore di questa seconda parte di stagione. Non eccezionale, ma con tutte queste limitazioni di base è difficile chiedere di più.

Il destino non può essere cambiato, la catenina con il crocifisso è il simbolo di chi dovrà morire nello spazio. La serie sa che noi sappiamo e, mentre Coulson e gli altri tentano disperatamente di sventare il piano di Hive, la piccola vicenda di questo oggetto corre parallela ai più grandi eventi che stanno avvenendo. Elena, Mack, Fitz... ecco, la scelta dello scienziato sarebbe stata prevedibile, ma anche crudele. Una volta accarezzato il sogno di stare finalmente con Simmons (la serie per sviarci ci mostra anche un confronto su un viaggio da fare assieme), portagli via tutto sarebbe stato antipatico da vedere. Per fortuna la signora con la falce passa oltre, arriva a Daisy e da lì, a quel punto molto prevedibilmente, a Lincoln, dove si fermerà.

Ora, qui bisognerebbe enfatizzare il coraggio del personaggio, il suo sacrificio, il momento di quiete prima della morte che Lincoln divide con Hive. In realtà, con tutto il rispetto per le lacrime di Daisy, l'emozione prevalente è il sollievo. Un personaggio troppo blando il suo, mai interessante, mai approfondito, era l'anello debole e più sacrificabile in una squadra in cui uccidere un membro storico non aveva senso e fare fuori una new entry ne aveva anche meno. Comunque sia il momento è raccontato molto bene, c'è una conversazione finale a distanza costruita per ricalcare l'addio tra Captain America e Peggy Carter, c'è il miglior congedo possibile per Hive-Ward, che di fronte al fallimento del suo piano reagisce con rassegnazione, lasciando al momento il suo giusto dramma senza soffocarlo nell'azione inutile.

Il conflitto di Daisy è il cuore emotivo di questo finale di stagione. Dopo essere stata condizionata da Hive non si è più ripresa per il male fatto ai suoi amici e per i segreti rivelati. Il senso di colpa per la morte di Lincoln fa il resto, e nello stacco temporale finale la troviamo mesi dopo in fuga dallo S.H.I.E.L.D. (che nel frattempo ha un nuovo direttore) a prendersi cura, tra i tanti, della famiglia del mutante in grado di prevedere il futuro. Nel frattempo ha anche imparato a controllare meglio i suoi poteri, la sua esistenza è di dominio pubblico ed è chiaro che c'è ormai molta distanza tra lei e il resto della squadra. Altra questione all'orizzonte è il ritorno dei Life Model Decoy, con il dottor Radcliffe (ritroveremo John Hannah anche in futuro, notizia meravigliosa) che sembra non aver messo un freno ai suoi esperimenti, nonostante le apparenti buone intenzioni.

Tra la pistola invisibile di Fitz e l'ascia-fucile di Mack (ad usarla per spaccare qualche testa avrebbe avuto più senso, ma pazienza), rimane Coulson che, come ha fatto qualcuno di recente in Civil War, cita Star Wars, e ancora Mack protagonista di un bel momento con Daisy. Rimane la notizia della bocciatura del pilot di Most Wanted, che rimette in gioco alcune delle perplessità che avevamo espresso commentando Parting Shot (quindi ora Bobbi e Hunter torneranno a casa annullando il valore emotivo del loro addio?). Rimane una serie che, cadute di scrittura e crolli di ascolti a parte, da tempo fa il suo dovere abbastanza bene, ha una sua identità forte in un universo che si rifiuta di concedergliene una. Con il sospetto che quando gli Inumani debutteranno nell'universo cinematografico lo faranno a partire da zero, diamo appuntamento ad Agents of S.H.I.E.L.D. al prossimo settembre.

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