Agents of SHIELD 3x12 "The Inside Man": la recensione
Ancora un episodio interlocutorio per Agents of S.H.I.E.L.D., che non riesce a rientrare bene dopo la pausa
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Alla fine tutto ciò che accade, a partire dalla minaccia costruita e gestita in modo piatto e già visto, vive di riflessi sulle relazioni interne nella squadra di Coulson. Tutto è preparazione, poco o nulla vive nell'esigenza immediata di costruire qualcosa che porti a tensione, scontri, azione degna di nota. Il fulcro è quello introdotto nel finale dello scorso episodio, cioè la collaborazione forzata tra Coulson e Talbot, appena nominato nuovo vertice dell'ATCU. Gli attriti tra i due aumentano quando Talbot porta con sé Creel, l'Uomo Assorbente che avevamo visto l'ultima volta lo scorso anno in Heavy is the Head (per essere precisi l'uomo era stato citato anche in Daredevil). La squadra, Hunter in particolare, non si fida, e apparentemente ne avrebbe tutte le ragioni.
C'è il discorso dell'ampliamento della squadra, e quindi di riflesso dei Secret Warriors, c'è l'allontanamento di Bobbi e Hunter, sui quali la serie si sta concentrando parecchio come coppia in vista del pilot Most Wanted (ma sarà una buona idea?), c'è qualche vago accenno alla gestione di una situazione globale sempre più instabile, e magari un riferimento alla possibilità di un vaccino contro i poteri (tutto fa molto X-Men, ma fa soprattutto Civil War). E in generale ci si passa la palla in attesa che Hive assorba l'energia necessaria a tornare a piena potenza. C'è anche un riferimento ad un gruppo di estremisti anti-superuomini chiamato Watchdogs che a quanto pare dovrebbe tornare nelle prossime puntate.