Agents of SHIELD 2x19 "The Dirty Half Dozen": la recensione
Va in onda in America l'episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. che introduce Age of Ultron
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Possiamo parlare forse di aspettative ingiustificate, ma il midseason finale aveva lasciato intravedere prospettive che speravamo si sarebbero concretizzate più in fretta: i poteri di Skye, gli Inumani, tutto quell'insieme di situazioni che era tanto interessante proprio perché anticipava per la prima volta in assoluto l'universo cinematografico. E invece la serie ha fatto un passo indietro, si è attardata sulla blanda minaccia rappresentata dall'altro S.H.I.E.L.D., sui tradimenti poco drammatici di Bobbi e Mack (e il ritorno provvisorio di Ward nel team ci ricorda cosa significa un vero tradimento) e il pericolo per Coulson e agli altri che si assottiglia sempre più fino a perdere consistenza.
Tanto andava detto, ma non molto più di questo, perché è anche vero che mancano ancora due settimane alla fine della stagione e c'è curiosità nel vedere come verrà risolto il tutto. Rimane il momento di raccoglimento e tensione del gruppo, con Ward che cerca di creare un attimo di intimità e nostalgia, per fortuna bocciato dagli altri, con Simmons che prova addirittura ad ucciderlo e Fitz a darle buona mano con risposte a tono all'ex collega, con May che non si fida del tutto di Coulson e con Skye che, nel corso della missione di salvataggio di Deathlok e Lincoln, tira fuori un momento action davvero notevole. Per la prima volta, dopo le belle parole e i tiri al poligono, la nostra Daisy Johnson è protagonista di una coreografia (regia dell'episodio del sempre valido Kevin Tancharoen) molto riuscito. Siamo lontani dai livelli del pianosequenza visto in Daredevil, ma è comunque un bel momento.