Agents of S.H.I.E.L.D. 5x08 "The Last Day": la recensione

La recensione dell'ottavo episodio della stagione per Agents of S.H.I.E.L.D., intitolato The Last Day

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Spoiler Alert
C'è un tentativo molto apprezzabile dietro The Last Day, ottavo episodio della stagione per Agents of S.H.I.E.L.D. In una serie che, salvo sporadiche eccezioni, non si è mai fatta notare particolarmente per sperimentazioni di qualunque genere, si gioca sui viaggi nel tempo e sui paradossi temporali. Terreno accidentato e difficilissimo da percorrere, sul quale la serie Marvel si avventura inciampando più di una volta. Eppure, c'è un cuore emotivo in questa puntata, che punta in particolare sul personaggio di May, che riscatta l'episodio da qualunque leggerezza. Nel frattempo la micromitologia stagionale prende forma, o almeno i contorni si fanno più riconoscibili.

Si inizia e si chiude con una minaccia, quella formulata da Kasius, che vuole riprendersi la Distruttrice di Mondi, o almeno la sua testa come trofeo. Sinara viene quindi mandata come segugio implacabile contro Coulson e i suoi. Sono le parentesi necessarie di una storia che parla di altro questa settimana, e che è incentrata sulla tremenda esperienza di vita vissuta da Robin. La bambina ora anziana che vede il passato, il presente e il futuro come un unico momento, guida in diversi momenti del tempo l'agire dei protagonisti. La vediamo nel futuro, stanca e provata, accogliere da una distanza che pare incolmabile i protagonisti. “Nello stesso momento”, decenni indietro, ma è il futuro per i protagonisti, la bambina cerca di interagire con loro, gettando schegge di futuro davanti a loro.

L'obiettivo qui, nella storyline futura, è capire come mettere “letteralmente” i pezzi insieme per tornare indietro ed evitare la catastrofe. Ritorno che infine avverrà, anche se non tutti ce la faranno. I grandi assenti sono Mack, Coulson e Daisy. Ma forse non tutto è perduto, dato che si cerca un modo per cambiare il corso della storia. Di qualunque vicenda si tratti, quando si parla di viaggi nel tempo occorre capire le regole. Che ovviamente non sono fisse e stabilite, ma variano secondo le esigenze del copione. In questo caso Fitz – un po' il Daniel Faraday della situazione – ripete che il tempo non può essere cambiato. Ci sembra un po' strano, data la necessità di evitare la tragedia.

Allora l'episodio, e noi con lui, cerca di fare un po' di luce tra gli avvenimenti. Non tutto funziona perché, pur con coraggio, la prospettiva su quello che accade è di Robin. E se lei è confusa, noi lo saremo ancor di più, dato che tutto quello che accade è sradicato sia dal passato che dal futuro. Esiste solo questo strano presente che si cerca in tutti i modi di modificare. In mezzo al caos dilagante, l'episodio funziona anche grazie al rapporto che si instaura tra May e Robin, e che per i fan della serie riprende chiaramente i famosi fatti accaduti al personaggio in Bahrain.

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