Midseason finale, chiamiamolo così, per la quinta stagione di
Agents of S.H.I.E.L.D. In realtà Past Life rappresenta solo l'ultimo episodio prima di una piccola pausa, che vedrà ritornare lo show della
ABC il prossimo 2 marzo con le rimanenti puntate della stagione. Più di tutto, a creare una frattura tra un prima e un dopo sono gli eventi dell'episodio. Si conclude in qualche modo la parentesi nel futuro apocalittico dominato dai
Kree, con gli umani spinti sulla soglia dell'estinzione e i nostri che devono riuscire a capire come modificare gli eventi fissi nel tempo. Possibilmente cercando di non essere proprio loro la causa della distruzione del mondo. Ci riusciranno? E soprattutto, a quale sacrificio saranno chiamati per riuscire nell'impresa? A queste e altre domande risponderanno i prossimi episodi, per ora ciò che importa è fuggire.
Da un episodio di questo tipo, che porta al culmine lo scontro con Kasius, ci si attende un certo quantitativo di azione. E quella, va riconosciuto, arriva. Il gruppo di disperde, e quasi tutti hanno un compito specifico da portare a termine prima del grande salto verso il passato. Flint viene adeguatamente istruito da Simmons e motivato da May su ciò che deve fare per ricostruire il monolite; Elena e Mack vanno al salvataggio dei prigionieri dei Kree; Deke e Enoch si trovano sullo Zephyr. Kasius reagisce molto male alla morte di Sinara – fino a cambiare del tutto carattere oseremmo dire – e cerca in ogni modo di spazzare via il team.
A proposito di quest'ultimo punto, potremmo dire che se il ritmo si mantiene sempre alto e non ci si annoia – anzi l'episodio è abbastanza piacevole da vedere – al tempo stesso tutto appare abbastanza strumentale a certe svolte. L'idea di
Elena di andare a salvare chi è rimasto indietro sembra un pretesto per farle incontrare la sua versione futura. Si tratta proprio del veggente di Kasius, una versione sofferente e sconfitta dell'Inumana, che qui non potrà fare altro che confermare alla
Yo-Yo del passato come il tempo non possa essere cambiato. Lei stessa si è infatti trovata dall'altra parte del dialogo tempo prima, e tutto si ripete ancora e ancora. Nella conversazione, e in ciò che accadrà di lì a breve, c'è la condanna a morte tanto di
Coulson, malato, che di Elena stessa. Nulla è certo, ma le prospettive non sono rosee.
Viene tirato fuori, anche qui più per esigenze di trama che per altro, l'odium che potenzia, al prezzo della vita, Kasius. Il personaggio compassato e implacabile delle prime puntate ha lasciato il posto ad un folle che uccide chi lo contraddice e si getta con furia suicida contro i suoi nemici. In ogni caso il Kree viene sconfitto. Altro sacrificio è quello di Enoch e Deke, che non ci pensano troppo, soprattutto il secondo, all'idea di dover dare la vita per far tornare indietro Coulson e gli altri. Daisy, come prevedibile, vorrebbe rimanere indietro, ma Coulson prende la decisione per lei e la tramortisce. Non ne sarà felice al suo risveglio. Ci aspettiamo fin da subito una Daisy tormentata dal suo potere e dalla consapevolezza di ciò che accadrà.
In ogni caso i protagonisti funzionano sempre meglio come gruppo. In tutti i sensi, e anche quando qualcuno di loro si spinge apparentemente oltre, come Fitz che decapita senza troppi complimenti una squadra di Kree, ecco che è nelle parole di un altro che arriva il giusto commento. Un bell'equilibrio che rimane la forza di Agents of S.H.I.E.L.D., al di là delle sue trame non sempre impeccabili, ma comunque giocate al rialzo. Sinceramente c'è una certa curiosità su ciò che accadrà al ritorno dello show.