Agents of S.H.I.E.L.D. 4×21 “The Return”: la recensione
Agents of S.H.I.E.L.D. prepara il terreno per il finale di stagione della prossima settimana
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C'è qualcosa nelle scene tra Aida e Fitz che ricorda il rapporto tra Number 6 e Gaius Baltar in Battlestar Galactica. In pratica la macchina e lo scienziato vicini e complici, con la prima in netto vantaggio sul secondo, anche a causa di un certo interesse personale. Fitz ha maturato quel sentimento nel Framework e non vuole privarsene del tutto, o semplicemente non può. Come gli altri, vive sulla propria pelle una doppia esistenza di ricordi, che però nel suo caso è più forte perché è lui ad aver subito i traumi maggiori. I momenti migliori della puntata di Agents of S.H.I.E.L.D. sono quindi quelli in cui emerge il senso di profonda umanità della nuova Aida, e il modo in cui il personaggio si rapporta alle sensazioni provate per la prima volta.
Aida-Ophelia continua ad essere il villain perfetto per questo terzo ed ultimo arco narrativo della stagione, merito anche di Mallory Jansen, che in una decina di episodi dato qualcosa come quattro diverse interpretazioni del personaggio secondo le necessità. La decisione, infine, di rimettere in gioco Ghost Rider – ed è un bene, perché non ci andava di saperlo disperso chissà dove – conferma la volontà di dare una chiusura netta all'intera quarta stagione della serie Marvel.