Agents of S.H.I.E.L.D. 4x19 "All the Madame's Men": la recensione

Anche in un mondo immaginario è importante lottare per la verità: un nuovo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. nel mondo dell'Hydra

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Spoiler Alert
Inizia con un titolo che omaggia Tutti gli uomini del presidente, e si conclude con un momento in stile V per vendetta. E nel mezzo c'è tutto ciò che Agents of S.H.I.E.L.D. è stato e voluto essere in questo terzo e conclusivo arco narrativo della stagione. Funziona questa idea di ricerca di verità a tutti i costi, anche quando, come diranno più persone nel corso dell'episodio, in fondo nulla di tutto questo avrà importanza, nulla di tutto questo avrà senso data la natura artificiosa del mondo in cui i protagonisti si trovano. O forse sì? All the Madame's Men ha questa idea per cui comunque attraverso lo svelamento dell'inganno si potrà ottenere la libertà, una forma diversa di libertà, che varrà solo per chi nel Framework è stato imprigionato, ma che ha comunque un suo valore alto, per cui vale la pena combattere.

E poi non è detto che non ne venga qualcosa anche per i personaggi creati da zero. L'attenzione è puntata su Ward in particolare, che qui ha potuto godere di una riscrittura che ne ha fatto un personaggio buono, emendato da tutti i suoi peccati del passato. E poi c'è Hope, la figlia di Mack, vero scoglio da superare per riportare l'uomo a casa. Tutto questo passa attraverso il piano, un po' contorto in verità, di Aida, che vorrebbe trasportare la propria anima artificiosa all'esterno.

Ed è proprio Aida che scontrandosi con May e Daisy non potrà fare a meno di notare come chiunque infine finisca per ritornare alla propria natura originale. Il risveglio collettivo è stato molto veloce in vari casi, ma possiamo giustificarlo anche in questo modo.

Quindi, la verità. Quella troppo netta, come troppo nette sono le bugie – veicolate da Sunil Bakshi – in un regime distopico e totalitario come quello dell'Hydra, ma dato che il messaggio dovrà arrivare integro non c'è molto tempo per le sfumature, e in fondo è anche giusto così. Diverso il discorso fatto da Homeland, ad esempio, che nella stagione appena conclusa ha toccato con mano il discorso degli "alternative facts" e dell'informazione manipolatoria. I riferimenti all'amministrazione Trump sono lì comunque.

Dal punto di vista della storia ormai attendiamo gli sviluppi conclusivi della stagione che si avvia alla fine. Risalta il particolare rapporto tra Fitz e Aida, così come la presenza incalzante del padre dello scienziato nella vicenda. Il gruppo fa ancora di più fronte comune per combattere la minaccia, mentre Coulson e May hanno tempo di riavvicinarsi e la scrittura prepara il terreno per un confronto con l'addio (?) a Ward.

Continua a leggere su BadTaste