Agents of S.H.I.E.L.D. 4x09 "Broken Promises": la recensione

Il ritorno di Agents of S.H.I.E.L.D. dopo la piccola pausa segna l'inizio di un nuovo arco narrativo incentrato sui Life Model Decoy

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Spoiler Alert
Archiviata, almeno per il momento, la pratica Ghost Rider, Agents of S.H.I.E.L.D. ritorna dopo la brevissima pausa della midseason con un nuovo arco narrativo. Sono i Life Model Decoy, gli androidi quasi indistinguibili dagli esseri umani, a diventare protagonisti, mentre tutto si muove nella scia delle premesse introdotte nei mesi precedenti e la grande trama generale degli Inumani continua a muovere passi in avanti. Ne risulta un episodio, intitolato Broken Promises, molto buono, compatto, ricco di azione, umorismo e qualche sorpresa inaspettata nel finale.

Si riparte da Aida, indispensabile nel risolvere la crisi che vedeva Fitz e Coulson in pericolo di vita, ma probabile vittima lei stessa dell'utilizzo del Darkhold. Almeno è questa la versione che ci viene raccontata per tutto l'episodio, mentre i nostri cercano di fermare la minaccia in atto. L'androide getta nel caos l'intera base e, mentre i vertici sono impegnati in un'altra importante missione, riesce a impadronirsi del libro e dei segreti che contiene. Inizia una caccia al robot intervallata dai commenti di un Mack mai così cinefilo, che se la prende in particolare con Radcliffe per aver creduto di poter tenere sotto controllo la sua creatura (quando invece, "i robot si ribellano sempre").

A rimanere soprattutto è il senso di sconfitta di Fitz, che accoglie ogni decisione ed evento preso durante la puntata in modo molto personale. D'altra parte Mallory Jansen è una calamita in ogni momento in cui è in scena. Certo, nulla di troppo originale, ma raramente il pensiero va a quello che è già successo con Ultron (che peraltro era anche un tipo completamente diverso di personaggio) e, pur se in scala più contenuta, questa storyline e questo personaggio riescono a prendersi il loro posto sotto i riflettori.

Eppure le esplosioni di scrittura sono tutte per il post-finale. Quando la crisi sembra rientrata, ma avvertiamo comunque che qualcosa non va, scopriamo che la mente di tutto era proprio Radcliffe. Ed è una costruzione del personaggio che, seppur inaspettata, non ci appare out of character. Holden è sempre stato un personaggio, se non "cattivo", quantomeno ambizioso e privo di scrupoli, che non si schiera con una parte in base a considerazioni morali ma solo grazie al fatto che quella parte potrà fornirgli gli strumenti di cui ha bisogno. E quindi May ancora prigioniera, e quindi una nuova e più pericolosa Aida.

Simili considerazioni, più in piccolo, anche per l'altra storyline della puntata, che vede il direttore, Daisy e Simmons in missione per cercare di salvare l'Inumano tenuto prigioniero dalla senatrice Nadeer, che guardacaso è anche suo fratello. Il segmento non offre particolari emozioni, se non quelle legate al riferimento ad un Superiore, ma si riscatta in una scena dopo i titoli di coda che, anche qui, crea il terreno per un nuovo ritorno di un personaggio.

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