Agents of S.H.I.E.L.D. 4x06 "The Good Samaritan": la recensione

L'ultimo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. racconta una storia di origini molto attesa: la recensione

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Spoiler Alert
Nella settimana in cui chi ha già visto Doctor Strange al cinema sa che i libri magici possono nascondere grandi segreti e grandi pericoli, Agents of S.H.I.E.L.D. continua a raccontare le sue storie, affrontando di petto la storia che si nasconde dietro il misterioso Darkhold. Non solo, a tutto ciò aggiunge una storia di origini attesa e abbastanza soddisfacente, quella di Ghost Rider. Il tutto in un episodio che per quasi tutta la sua durata rimane piuttosto statico, salvo poi liberarsi delle sue catene in una veloce sequenza d'azione finale che ci lascia addirittura con una svolta inattesa e un cliffhanger. Non male.

The Good Samaritan, questo il titolo dell'episodio, vede il direttore Wade dirigersi in persona, dopo la rivelazione in mondovisione della scorsa settimana, da Coulson e gli altri, per prendere in custodia sia Daisy, pericolosa latitante, che Robbie, pluriomicida. Una coppia che, complice anche il riavvicinamento della scorsa settimana, Coulson decide di proteggere e salvaguardare: nuove e più importanti minacce si prefigurano all'orizzonte e l'ex direttore dello S.H.I.E.L.D., uno che con le regole ha sempre giocato, sa di dover tenere duro su questo punto. Quake e Ghost Rider, tolto l'affetto per la prima, saranno decisivi nel risolvere la minaccia di Lucy Bauer e degli altri "fantasmi".

Così non la pensa il nuovo direttore che, con il classico atteggiamento a metà fra minaccioso e complice – c'è anche il tempo per uno scambio divertente su Guerre Stellari – chiede a Coulson una collaborazione che non otterrà. Molto di questa parte di episodio finisce per servire da riempitivo in attesa che degli opportuni flashback sul passato ci raccontino quello che c'è da sapere su Robbie e sulla nascita di Ghost Rider. La storia si muove su canali emotivi che potevano probabilmente essere affrontati con più forza. C'è il senso di colpa di Robbie per ciò che è accaduto al fratello, ma su tutto questo si poteva, tanto per restare in tema, premere di più sull'acceleratore.

Quel che interesserà i fan della mitologia Marvel è l'apparizione del precedente Ghost Rider (se vi fa piacere potete immaginare che, mai inquadrato in forma umana, ci sia Nicolas Cage lì davanti a interpretare Johnny Blaze), che dona a Robbie le proprie facoltà, o la propria maledizione, nel momento più critico. Si tratta di un buon momento, una storia di origini che in realtà rimanda ad altre origini ancora, che forse non conosceremo. Il patto con il diavolo, certo, ma nel momento in cui la Marvel costruisce e integra il proprio universo, un'affermazione di questo tipo va presa con delicatezza.

Altra storia di origini è quella che ricostruisce il tentativo di gestire i poteri del Darkhold. In questo caso la svolta si avrà alla fine, con un villain inaspettato e con nuove motivazioni che si pongono sull'agire dei protagonisti. Ora più che mai il ruolo di Ghost Rider, o meglio della persona dietro Ghost Rider, si fa importante.

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