Agents of S.H.I.E.L.D. 4x05 "Lockup": la recensione

Coulson e Daisy tornano insieme in missione nell'ultimo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D.

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Spoiler Alert
Grande velocità e ritmo per Agents of S.H.I.E.L.D. questa settimana, con Coulson, May, Daisy, Mack e un inaspettato Robbie che fanno squadra nel tentativo di recuperare Eli prima che Lucy e gli altri mettano le mani su di lui. Quindi ingresso in prigione, scontri, giusto il tempo di uno sguardo fugace tra l'ex direttore e la sua pupilla, prima di una nuova pausa che sempre più appare come un riempitivo tra una missione e l'altra. E forse è proprio in questi momenti d'azione che i personaggi possono ritrovare se stessi come squadra, dato che nei momenti di stasi tutto ciò che rimane sono rimpianti e delusioni. Così diverso è lo sguardo cui abbiamo accennato rispetto a quello che Coulson aveva riservato a Daisy e a Robbie solo poco tempo prima.

A proposito di Robbie, anche lui forse ritroverà se stesso in quella prigione, ma potrebbe non piacergli. Ghost Rider funziona – e dovremmo soffermarci forse di più su questo – perché rappresenta l'istinto di un personaggio che prende il sopravvento su di lui, un po' come Hulk. Per funzionare occorre che la persona alle sue spalle sia abbastanza interessante e vera da coinvolgerci. Non basta un teschio in fiamme per infiammare anche noi. Ecco quindi che si è lavorato e si continua a farlo, sulle motivazioni del personaggio, sulla sua moralità deviata ma comunque coerente, sulla sua sete di vendetta e furia (molto riuscita la scena seguente all'uccisione del carcerato). Deve crescere ancora, ma la strada è quella giusta.

Stessa cosa potremmo dire per Wade. Il nuovo direttore dello S.H.I.E.L.D. assume spessore di apparizione in apparizione. Stavolta è un confronto in diretta con la senatrice Nadeer a far emergere nuovi lati della sua personalità. Per un segreto che viene svelato al mondo, in modo molto meno improvvisato di quanto ci si vuole far credere, un nuovo mistero su ciò che accadde a Vienna emerge, ed è Simmons a raccoglierlo. Certo, il modo in cui l'agente passa sopra ad un'informazione così importante potrebbe significare che in fondo non sarà determinante, ma non si può mai dire, e la scena dopo i titoli di coda aumenta i nostri dubbi.

In generale Agents of S.H.I.E.L.D. quest'anno non ha ancora chiarito bene cosa vuole essere. Il racconto funziona, e al quarto anno può permettersi di poggiare quasi interamente sulla familiarità con i protagonisti che ben conosciamo. Le storyline rimangono vaghe. Gli Inumani certamente, ma anche e soprattutto il misterioso Darkhold e la natura dei poteri scatenati, che però sembrano tendere verso una spiegazione più "scientifica" e meno sovrannaturale, ammesso che nell'universo Marvel questa distinzione abbia senso.

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