Agents of S.H.I.E.L.D. 4x04 "Let Me Stand Next to Your Fire": la recensione

Quarto episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. con il gruppo che affronta una minaccia comune: Ghost Rider mostra il suo vero volto

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Spoiler Alert
Un'adorabile AIDA nasconde i segni di conflitti futuri, mentre si sviluppano contatti inediti tra i protagonisti, che infine si ritrovano anche se separati da un muro invisibile. Questo era Let Me Stand Next to Your Fire, quarto episodio della stagione per Agents of S.H.I.E.L.D. Un buon episodio, che ha il merito di portare come sempre avanti la trama, più didascalico del solito nelle relazioni tra i personaggi, ma piacevole. Molto interessante il modo in cui finiscono sul piatto della bilancia questioni sovrannaturali: forse un collegamento con Doctor Strange?

Il mondo Marvel ha un modo tutto suo di trattare la materia. Come Coulson dirà a un certo punto, spesso gli dei finiscono per rivelarsi degli alieni, e quella che appare come magia alla fine è solo una forma diversa di scienza. Rimane il fatto che la spiegazione di Ghost Rider spiazza l'ex direttore che però, da uomo pratico quale è, non si lascia frenare da questo, e riesce a ottenere la collaborazione di Robbie in una pericolosa missione. Intanto, Daisy si rivolge a Simmons per ricevere cure, ma da questo incontro partirà una nuova ricerca. Entrambi i gruppi si ritroveranno nel negozio di fuochi d'artificio (e cos'altro poteva essere?) dove lavora James o Hellfire, che avevamo lasciato alla fine dello scorso anno.

Ne nascerà uno scontro in cui potremo riassaporare il distacco, forse la delusione, di Coulson di fronte alla decisione presa da Daisy. C'è una certa rabbia nel modo in cui accomuna le i e Robbie e il loro modo di vivere da vigilanti per venire a patti con i loro problemi personali, mentre allo S.H.I.E.L.D. le cose vanno diversamente. Altre priorità, che vanno oltre le esigenze personali, e che in questo momento conducono tutte ad un misterioso libro, il Darkhold, che già era stato citato, e alle strane attività condotte in un laboratorio dove lavorava lo zio di Robbie. Ancora una volta, magia e scienza si fondono, mentre riusciamo a intravedere l'origine dei fantasmi e il loro proposito di vendetta.

Immancabile l'azione, che vedrà tornare in gioco i Watchdogs, nemici molto blandi, forse perché tutti uguali e privi di personalità. Funziona decisamente meglio l'idea di due uomini in fiamme che combattono in un laboratorio di fuochi d'artificio. E funziona la strizzata d'occhio nel momento in cui Robbie afferra la catena in fiamme e diventa Ghost Rider. Sullo sfondo, la storia di May, che ormai si è ripresa dall'intervento: la sfida ora è cercare di nascondere la vera natura di AIDA, a cui viene pericolosamente insegnato a mentire. Adorabili gli scambi tra Fitz e Simmons, fa ancora un certo effetto sentirli mentre si dicono "ti amo" al telefono.

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