Agents of S.H.I.E.L.D. 3x11 "Bouncing Back": la recensione

Torna, con la seconda parte della terza stagione, Agents of S.H.I.E.L.D., in un episodio che però non convince fino in fondo

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Spoiler Alert
Fra tre mesi da adesso, a quanto pare, i Secret Warriors dovrebbero trovarsi ad affrontare una situazione esplosiva a bordo di un'astronave. Ma ci sarà tempo per quello, nel frattempo Agents of S.H.I.E.L.D., dopo il breve intervallo in cui è stato sostituito da Agent Carter, torna con la seconda parte della terza stagione sulla ABC. Ancora una volta seguiamo Coulson e gli altri membri della squadra mentre lottano contro l'Hydra. Sul piatto della bilancia, come al solito, gli Inumani, che a quanto pare stanno accelerando le fasi di schieramento da una parte o dall'altra in vista dello scontro decisivo. Un ritorno poco brillante per la serie Marvel, che soffre di alcune eccessive semplificazioni e fatica a dare il giusto spazio a tutti i suoi personaggi.

Quindi, dicevamo, reclutamento. Buona parte dell'episodio gravita intorno all'avvicinarsi alla squadra dell'ispanica Elena Rodriguez (Natalia Cordova-Buckley). Dopo un breve dissidio con Mack, la donna viene coinvolta, anche grazie alla canale che Joey riesce a stabilire con lei, in una missione di soccorso di Bobbi e Hunter. Nell'occasione facciamo anche la conoscenza di "Medusa Eyes", Inumano che, rievocando quel gioco di equilibri di cui parlerà ad un certo punto Lincoln per spiegare le origini dei diversi poteri, si pone come nemesi ideale dell'episodio rispetto a Elena, con cui peraltro si scontrerà.

La donna infine preferisce allontanarsi dal team e tornare a casa, ma capiamo che, sulla falsariga degli Avengers, nel momento del bisogno tornerà ad unirsi al gruppo. Un nuovo Secret Warrior è stato trovato. A margine di tutto questo, Coulson vive ancora con sofferenza la morte di Rosalind, e si lancia sulle tracce di Gideon Malick, che nel frattempo contribuisce come può al recupero delle forze da parte della creatura inumana che si è impossessata del corpo di Ward.

Non è la prima volta che Agents of S.H.I.E.L.D. si trova a gestire così tante storyline e personaggi. Anzi, rispetto alla grande parentesi tra la metà della seconda stagione e l'inizio della terza, possiamo addirittura notare un ridimensionamento. Allora il fatto che molte delle potenzialità dello show rimangano inesplose è davvero un problema in questo ritorno parecchio atteso. Cominciando dalla fine, l'idea che Coulson sia ancora ferito da ciò che è accaduto alla Rosalind e voglia vendicarsi è pienamente comprensibile, ma da un lato la forza delle sue motivazioni – così forte nel midseason finale – è stata stemperata dalla lunga pausa e quindi ci arriva piuttosto debole, e dall'altro tutto quello che accade nell'episodio alla fine ha più il sapore del riempitivo. In particolare il coinvolgimento di Von Strucker, unico momento in cui Lincoln contribuisce in qualche modo alla trama.

L'impalpabilità del personaggio interpretato da Luke Mitchell è sempre stato un problema che la serie non è riuscita o non ha voluto affrontare. A fronte di un minutaggio molto minore, Joey (ma addirittura Elena!) è un Secret Warrior decisamente più interessante o comunque meno anonimo. Soffrono anche Fitz e Simmons, ma forse soffriamo più noi dietro questa storia che dopo tutto quello che è successo è tornata al punto di partenza (a ripensarci forse soffre di più Fitz). Qualche trovata "fumettosa" di troppo, come l'Hydra che piomba nel mezzo dell'azione, fa un buco nel soffitto precisamente dove sono i nostri e aggancia Medusa portandoselo via, completa il quadro di un ritorno non entusiasmante.

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