Agents of S.H.I.E.L.D. 2x10 "What They Become" (midseason finale): la recensione

In Agents of S.H.I.E.L.D. arriva la svolta che in molti aspettavano: nella serie Marvel nulla sarà più come prima

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Spoiler Alert
You've got it all wrong. Whitehall... everyone has got it all wrong. This doesn't destroy, it gives life, new life. We finally get to find out what we become.

C'era una volta Agents of S.H.I.E.L.D., lo spin-off televisivo incentrato sull'organizzazione diretta da Nick Fury. Poi, con l'uscita nelle sale di Captain America – The Winter Soldier e l'inevitabile crossover con la serie, qualcosa è cambiato, e già questo titolo aveva iniziato a star stretto allo show della ABC. Ora il midseason finale della seconda stagione va ancora oltre, raccontandoci un nuovo passo in avanti, una "nuova vita", come la definisce Raina di fronte ad un'atterrita Skye. What They Become dona una nuova concretezza a tutti i riferimenti narrativi lanciati nella prima parte di stagione: sentieri non del tutto sconosciuti o inaspettati, ma soddisfacenti nel modo in cui finalmente diventano realtà. Il futuro della serie – non supportata da ascolti consistenti – rimane anche in questo senso un'incognita, ma la prima serie tv Marvel continua a confermarsi un prodotto in crescita.

L'episodio si riallaccia immediatamente al convulso finale di Ye Who Enter Here, e la citazione dantesca si adatta perfettamente ai membri dello S.H.I.E.L.D. e dell'Hydra nella loro ultima corsa verso la città sotterranea. Mentre scopriamo immediatamente che Mack non è morto come credevamo – bastano un paio di linee di dialogo a farci capire che lo rivedremo – il vero accento è posto sul rapimento di Skye, che infine ritrova suo padre. E da questo incontro e dalle successive interazioni tra i due nel corso dell'episodio possiamo ricostruire con una certa sicurezza l'identità dei due: i nomi Cal (Kyle MacLachlan forse un po' sopra le righe, ma il personaggio lo richiede e il carisma e la presenza in scena riscattano qualunque difetto) e Daisy, e i riferimenti vari, compresi background e caratteristiche dei personaggi, ci confermano una delle ipotesi approfondite in uno speciale che potete trovare su BadComics.it, che ha anche analizzato i retroscena dell'episodio.

Intanto, in una corsa contro il tempo che vede in Hunter e Bobbi gli anelli più deboli – un accenno a una chiavetta USB nascosta, ma al momento ci importa poco – tutti gli elementi della trama vanno al loro posto, e si spalancano su un finale tanto anticipato quanto emozionante. Sì, perché anche se il termine "Inumani" non viene mai pronunciato, la città sotterranea, la civiltà dei Kree, gli umani mutati e tutto il contesto gridano a gran voce il nome del film già previsto nella fase 3 della Marvel (il film uscirà da noi il 26 ottobre 2018, manca davvero tanto tempo). E quindi la trasformazione di Skye, la dipartita inattesa di Triplett, la mutazione della stessa Raina, inevitabile nemesi della seconda parte di stagione. E, in un epilogo apertissimo che ci introduce ad un imprecisato numero di "persone speciali" come Skye sparse per il mondo, si iniziano a tracciare le linee guida della serie che sarà.

E in tutto questo ci sono quelle piccole grandi cose che sorprendono, che rimangono impresse e rendono la serie un po' migliore. C'è Skye che manda al diavolo la riconciliazione con il padre e il sentimentalismo del momento, c'è lei che poco dopo spara a tradimento e ripetutamente a Ward, c'è Whitehall che muore senza troppi sussulti, colpito anche lui alle spalle da Coulson, con una dipartita anticlimatica che ricorda un po' quella di Garrett. Ai margini i vari Fitz, Simmons, May, ma questo non era il loro episodio.

Saranno mesi lunghi, per quanto intervallati dalla trasmissione di Agent Carter, ma decisivi quelli che separano l'episodio dalla seconda parte di stagione. I legami con il MCU sono stati lanciati, la trama orizzontale non è più l'eccezione, ma la regola, l'umorismo viene tenuto a freno e c'è un maggior approfondimento dei caratteri. In più, e questa potrebbe essere la vera svolta, Agents of S.H.I.E.L.D., da serie action procedurale degli esordi, potrebbe essere diventato quello show di supereroi con una forte trama lineare che molti chiedevano a gran voce dovesse essere fin dal principio. Se anche questo non basta a invertire, o almeno stabilizzare, il trend negativo degli ascolti, è davvero difficile prevedere il futuro dello show.

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