Agents of S.H.I.E.L.D. 2x05 "A Hen in the Wolf House": la recensione

Con nuovi personaggi, rivelazioni e svolte inattese, il quinto episodio della seconda stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. è uno dei migliori di sempre

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Spoiler Alert
Se questo è il livello cui può aspirare un prodotto televisivo da broadcast network, con i suoi bei grattacapi nel raggiungere le 22 puntate stagionali, allora è il caso di alzare l'asticella delle aspettative per il maxiprogetto che Netflix, sempre nell'ambito dell'universo Marvel, avvierà il prossimo anno. Perché al quinto episodio, il migliore della seconda stagione e in generale uno dei più soddisfacenti visti finora, Agents of S.H.I.E.L.D. rialza la testa, insieme ai suoi protagonisti, e in quaranta minuti confeziona tutto ciò che si può chiedere ad una serie di questo tipo. Con "A Hen in the Wolf House" la serie sale ad un nuovo livello.

Nonostante un inizio che ci presenta un evento sconvolgente ad un matrimonio, l'episodio non si focalizza su quanto accaduto per costruire, come la scorsa settimana, uno svolgimento da semiprocedurale. L'attenzione, invece, viene ben distribuita fra tre dei quattro grandi attori in gioco – manca Talbot – raccontandoci le ultime fasi sotto copertura di Simmons all'interno dell'Hydra, presentando meglio il personaggio del padre di Skye, raccogliendo la tensione di entrambi i contesti per portare alla luce nuovi equilibri e rivelazioni all'interno della squadra di Coulson. Un episodio che è pura trama orizzontale, che lavora sui rapporti tra i personaggi, che lascia ben poco di immutato e che in più di un'occasione sorprende.

Su tutto emerge la perfetta inclusione dei due nuovi caratteri in gioco. La "Bobbi" Morse di Adrianne Palicki ruba la scena a più riprese e, nonostante il destino del suo personaggio e una certa rivelazione non siano una sorpresa per i più, le svolte che accompagnano il suo percorso sono gestite in modo da non lasciare indifferenti. L'altra grande new entry, che avevamo visto solo di sfuggita finora, è il misterioso e minaccioso padre di Skye. Si gioca molto sul non detto, sui segreti e sul carattere ossessivo del personaggio interpretato da Kyle MacLahan, ed è chiaro come esista un filo rosso che unisce quest'uomo, le origini di Skye e la sua particolare reazione al DNA alieno rispetto a quella di Coulson.

Tra le svolte più soddisfacenti dell'episodio, insieme ad alcuni momenti dark-comedy all'interno delle strutture dell'Hydra, c'è poi il fallimento del tentativo di ricatto di Raina ai danni di Coulson. Già siamo pronti ad accettare lo sviluppo dell'ennesimo momento già visto, che il direttore dello S.H.I.E.L.D., più freddo e determinato rispetto alla passata stagione, fa una scelta sorprendente. Quando infine una sola delle rivelazioni viste fino a quel momento sarebbe stata sufficiente per una puntata di altre serie, il finale – dopo essere passato attraverso l'atteso confronto tra Fitz e Simmons e quello, meno entusiasmante, tra Hunter e Morse – rilancia con due cliffhanger. Chapeau.

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