Agents of S.H.I.E.L.D. 2x03 "Making Friends and Influencing People": la recensione

Nel nuovo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. ritorna Simmons in un contesto sorprendente

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Spoiler Alert
“You’re too sweet. And you mix your metaphors.”

L'agente Simmons è tornata in azione. Dopo averla vista per due episodi solo come parto della mente di Fitz, ora Elizabeth Henstridge riprende pienamente il ruolo dell'agente ottimista, un po' svampita, ma molto preparata, che aveva assunto nella prima stagione. Torna in un contesto che, al di là dei promo spoileratori, era difficile immaginare, e soprattutto con una delle intuizioni di montaggio più intelligenti viste finora nello show. Lo fa sulle note scacciapensieri di "God Help the Girl", quindi l'allegra – almeno per Simmons – routine mattutina fino al lavoro, quattro chiacchiere all'ingresso, un sorriso costante sul volto. BAM! Il simbolo dell'Hydra.

Il resto dell'episodio non torna più a questi livelli di creatività, che onestamente non sono nemmeno la regola in Agents of S.H.I.E.L.D., generalmente una serie molto più impostata e canonica, ma sono un buon biglietto da visita. Il resto della puntata vede quindi la doppia caccia all'uomo da parte di ciò che rimane dell'organizzazione e dell'Hydra, che si sta velocemente ricostruendo. È una specie di caccia ai talenti in cui la posta in gioco rimane molto alta. L'obiettivo, che avevamo già visto nella prima stagione nell'episodio "Seeds", si chiama Donald Gill, un giovane con il potere di congelare qualunque cosa. Mentre Simmons scende in azione mettendo a repentaglio la propria copertura – sì, perché il suo è un doppio gioco – le due organizzazioni si fronteggiano.

Più dei primi due episodi, "Making Friends and Influencing People" è un episodio focalizzato più sulle dinamiche del gruppo e sul recupero dei personaggi che sulla grande storia della serie. Ancora Skye che si allena al poligono sotto lo sguardo di May, quindi Hunter che si prende una colpo da May e una battuta tagliente da Skye ("You don't give the orders, Trainspotting"/"I’m not Scottish!") e soprattutto Fitz che si vendica con Ward per il male subito. Lo fa in una scena cattiva al punto giusto, che rientra tutta nel tentativo di empatia che la scrittura sta costruendo nei confronti del personaggio traditore, un'idea che viene ribadita puntualmente in un confronto finale con Skye. Non si può e non si deve tornare agli equilibri della prima stagione – un percorso di redenzione sarebbe fuori luogo – ma è interessante vedere cosa la serie vuole fare con Ward.

Buon episodio, con l'Hydra che, come abbiamo visto in Captain America – The Winter Soldier, fa largo utilizzo del lavaggio del cervello, e con una caccia all'uomo che fa parte della costruzione del nuovo scontro tra le organizzazioni. Rispetto alla prima stagione abbiamo un maggiore controllo sui personaggi, una mitologia più solida, un senso dell'umorismo gestito meglio: la serie funziona, gli ascolti un po' meno.

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