Agents of S.H.I.E.L.D. 2x02 "Heavy is the Head": la recensione

Agents of S.H.I.E.L.D. torna con un secondo episodio stagionale che rappresenta quasi la continuazione della première

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Spoiler Alert
Mentre gli ascolti della serie toccano il loro minimo storico, Agents of S.H.I.E.L.D. entra nella fase due della propria vicenda. Che, come per la sua controparte cinematografica, significa imbastire un discorso a partire da una mitologia preesistente, inserire nuovi personaggi, ma appoggiandosi al gruppo già caratterizzato e riconoscibile. Heavy is the Head è un buon episodio, più rilassato rispetto alla première, di cui rappresenta l'ideale seconda parte. Si completa lo scacchiere dei nuovi agenti, che d'ora in poi dovranno essere integrati nel gruppo, mentre nuove fazioni appaiono all'orizzonte.

L'Obelisco di questi due episodi è un parente prossimo del Tesseract della fase uno e di Avengers. Non proprio il classico macguffin, ma comunque uno strumento utile a muovere la storia e per adesso dagli utilizzi indecifrabili. Finisce da una mano all'altra, uccide (abbiamo davvero dato l'addio a Lucy Lawless, molto prima di quanto pensavamo in effetti), getta nuovi personaggi nella mischia, è il testimone che passa da una fazione all'altra. E dovrebbero essere ben quattro a questo punto i grandi attori in gioco.

C'è lo S.H.I.E.L.D. di Coulson, che in un divertente finale riesce a vendersi a Talbot e ai suoi come più forte di quanto in effetti non sia, c'è appunto l'esercito, ancora timoroso nel collaborare con l'organizzazione, c'è la nuova testa dell'Hydra e c'è il misterioso ritorno di Raina, la donna con il vestito a fiori della prima stagione. A lei e a un individuo interpretato da Kyle MacLachlan che vuole ritrovare la figlia – non è difficile immaginare chi sia – è affidato il finale di episodio.

Se Shadows riprendeva le fila del discorso, aggiornandoci sui cambiamenti dei protagonisti, Heavy is the Head va oltre, non raccontandoci molto di nuovo sul gruppo, ma introducendo nuovi caratteri. Su tutti emerge Lance Hunter (Nick Blood), personaggio tratto direttamente dalle pagine dei fumetti (per ulteriori informazioni segnaliamo l'approfondimento settimanale su BadComics) che da mercenario riuscirà ad avvicinarsi al team. Intanto gli effetti sulla mente devastata di Fitz ci vengono mostrati da una prospettiva più chiara e ravvicinata: le allucinazioni sono state un bel colpo di scrittura nel primo episodio, ma giocare troppo con le apparizioni di Simmons potrebbe stancare presto. Meglio allora ragionare sull'integrazione, anche attraverso Fitz, di Alphonso MacKenzie (Henry Simmons). Ritornano infine le misteriose scritte tracciate da Coulson, sulle quali al momento si può dire davvero poco.

Piccole conferme, piccoli miglioramenti. Una serie che probabilmente non esploderà mai dal punto di vista della qualità, ma che continua a dimostrare coerenza e capacità d'intrattenere.

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