Agents of S.H.I.E.L.D. 2x01 "Shadows": la recensione

Ritorna con la seconda stagione Agents of S.H.I.E.L.D.: riparte lo scontro con l'HYDRA

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Spoiler Alert
Lo S.H.I.E.L.D. è a pezzi. L'organizzazione è crollata dall'interno in seguito agli eventi narrati in Captain America – The Winter Soldier, e quindi ripresi da un'altra prospettiva negli ultimi episodi della prima stagione. L'HYDRA è stata fermata e portata allo scoperto, ma non sconfitta del tutto. La serie della ABC incastonata nell'universo Marvel non prende il nome solo dall'organizzazione, ma prima di tutto dai suoi agenti e loro, a partire da Phil Coulson (Clark Gregg), sono ancora vivi e in missione per ricostruire ciò che è andato perduto. Con un'ottima première, che getta le basi per una seconda stagione possibilmente superiore a quella in parte deludente dello scorso anno, ritorna Agents of S.H.I.E.L.D.

Le ombre – "Shadows", dal titolo dell'episodio – sui protagonisti sono quelle di un passato lontano pochi mesi e che ancora fa male, sono le ferite fisiche ed emotive di chi ha dovuto sacrificare molto per vincere, ma sono anche quelle di un nemico tutt'altro che scomparso. Nessun accenno ai misteriosi simboli tracciati da Coulson nel season finale, solo un capo che si fa carico delle proprie responsabilità, molto più distante dalla squadra di quanto l'abbiamo mai visto. C'è la voglia di ripartire, e la capacità di mettere in gioco le vite dei suoi compagni per riuscirvi. Skye (Chloe Bennet) da parte sua, in questa finestra temporale che ci viene solo riassunta, ha imparato a difendersi sotto l'addestramento di May (Ming-Na Wen). Non è più solo l'hacker, la Mary-Sue della prima stagione, ma un vero agente attivo sul campo e più forte di prima.

Più defilata proprio Melinda May, per non parlare di Simmons (Elizabeth Henstridge), mentre le situazioni più particolari sono quelle che riguardano Fitz (Iain De Caestecker) e Ward (Brett Dalton). Il primo ancora soffre i traumi, visibili e invisibili, dell'incidente occorso nel finale di stagione, con esiti molto più devastanti di quelli che appaiono ad un primo sguardo. E la scrittura di Jed Whedon e Melissa Tanchaoren gioca molto bene sulle aspettative dello spettatore, come in un primo dialogo tra Fitz e Simmons nel quale il primo sembra completamente distaccato, o come in un finale sorprendente che getta una luce sinistra su tutto ciò che abbiamo visto fino a quel momento. Ward da parte sua è del tutto indecifrabile: un suo breve incontro in cella con Skye ci aiuta a capire meglio la determinazione della ragazza, ma, in mancanza di conferme, non sappiamo quanto di vero ci sia nelle parole del traditore.

Questo per quanto riguarda il nuovo impatto con i protagonisti, immersi in una nuova vicenda che distende la propria ombra dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a oggi. Come promesso nelle varie anticipazioni, ritroviamo nel prologo l'agente Carter (Hayley Atwell), chiaro trampolino di lancio per il progetto omonimo in otto episodi che andrà in onda prossimamente. Ma non solo: un nuovo nemico proveniente dal passato, una conoscenza "aliena" che già era sulla Terra all'epoca, un artefatto – il primo 084 – misterioso e mortale per chiunque entri in contatto con esso. Agenti, nemici, soldati, mercenari: tutte queste figure ruotano intorno al possesso di questo oggetto (finora un semplice strumento utile a far ripartire la trama), e c'è anche tempo per un'apparizione di Lucy Lawless nei panni del mercenario Isabelle Hartley.

È una seconda stagione che parte col botto e che si riallaccia al principio del primo anno giocando su guest d'eccezione e sulla presentazione di un nuovo inizio. Tutto questo senza il peso della presentazione del gruppo e dei singoli che avevano terribilmente rallentato il ritmo della prima metà della scorsa stagione. Fin dall'inizio una mitologia ben solida e chiara, con un nemico definito e una trama orizzontale che parte da subito, anche con l'introduzione di nuove figure dotate di superpoteri come Absorbing Man (che già al cinema era apparso, in una versione però solo "ispirata", nell'Hulk di Ang Lee).

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