Agents of S.H.I.E.L.D. 1x07 "The Hub": la recensione

Episodio incentrato su Fitz e Ward, divertente e scorrevole come al solito

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Tutto ciò che di assurdo e inverosimile, premessa a parte, è contenuto in una puntata media di Agents of S.H.I.E.L.D. è mitigato dal tono della serie stessa, sempre determinata a non prendersi sul serio, a stemperare qualunque possibile momento di tensione tramite una battuta o più che, per qualche motivo, non sembrano mai fuori luogo. Le smorfie e le esclamazione di Skye, gli atteggiamenti e le espressioni al limite del delirante di Simmons, il perfetto inquadrarsi di tutti i protagonisti all'interno della propria rigida caratterizzazione, tutto ciò in qualche modo funziona e continua a farlo. Si tratta certo di elementi che non lasciano spiccare la serie, ma che la rendono perfettamente godibile, divertente e molto più simile ai film dell'universo Marvel di quanto una prima distratta impressione potrebbe far credere.

Ancora stand alone episode, ancora una volta occasione per approfondire un personaggio. Salta definitivamente quella contrapposizione tra personaggi di prima e seconda fascia che si era vista nei primi episodi. Dopo la puntata incentrata su Simmons, adesso è il turno di Fitz (chissà tra quanto arriverà il turno di May), che parte in missione con Ward. Il duo funziona nella ovvia contrapposizione di fisico e indole, rimarcata ad ogni scena, ribaltata dove possibile, con Fitz che si scopre più duro e coraggioso di quanto appare e con Ward che non è quell'uomo tutto d'un pezzo che vuole far credere di essere.

A contrapporsi ai due sono le interazioni, molto divertenti, tra Simmons e Skye. E qui si torna all'inizio. Praticamente ogni azione, dialogo, conseguenza di ciò che viene compiuto dalle due è folle, inverosimile se pensiamo a come si stiano muovendo all'interno di una struttura supersegreta (anche se il marchio dello S.H.I.E.L.D. continua ad apparire su ogni cosa), ma sul momento non importa, ridiamo con i protagonisti, continuiamo a familiarizzare con loro e l'episodio, come al solito, scivola via velocemente.

Continua a mancare la trama orizzontale. Certo, per l'ennesima volta (una di troppo, decisamente) ci viene ricordato che Tahiti è un "posto magico", e certamente ci sono dei segreti nel passato di Skye che prima o poi entreranno prepotentemente nella storia. Non manca inoltre un riferimento, di sfuggita, a Vedova Nera e Occhio di Falco, gli unici membri degli Avengers che a questo punto ancora non erano stati nominati. Ma tutto sommato, per ora va bene così. Come dice Coulson: "trust the system".

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