Agents of S.H.I.E.L.D. 6x10 "Salto": la recensione
Dopo la doppia puntata che ha finalmente riunito tutti i personaggi della serie, il decimo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. è il primo di questo lungo epilogo stagionale.
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Izel non è affatto una buona nemesi. Una volta che l'aura di mistero scompare e scopriamo effettivamente la natura di questo essere, le sue motivazioni, anche in parte l'estensione dei suoi poteri, l'interesse cala. Eppure si parte da una svolta inattesa, con la scrittura che bara quel tanto che basta e ci dice che in realtà Sarge non è morto – sarebbe stato osare troppo far uccidere a May qualcuno con le sembianze di Coulson. Da qui tuttavia l'intreccio si protrae per troppo tempo in modi prevedibili, con Izel che – questo si era capito – è in grado di prendere possesso dei corpi dei protagonisti.
Oltre ad un piccolo momento intimo in cui scopriamo alcuni piccoli segreti sui protagonisti, come Daisy che manda soldi alla sorella di Lincoln, la storyline non offre molto altro. Arrivano però, come detto, delle risposte. Izel e Sarge fanno entrambi parte di una razza di esseri incorporei, e a legarli quindi non è l'odio, ma un collegamento più profondo. Quanto all'aspetto di Sarge, i tre monoliti (spazio, tempo e creazione) hanno generato una copia di Coulson che ha viaggiato attraverso il tempo e lo spazio, incarnandosi in Pachakutiq, meglio noto come Sarge. Nota di chiusura in crescita, con Izel che si impossessa del Gravitonium e si allontana con Mack e Yo-Yo.