Agents of S.H.I.E.L.D. 6x05 "L'altra cosa": la recensione

Dopo alcuni colpi a vuoto, Agents of S.H.I.E.L.D. presenta l'episodio migliore della stagione finora

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Spoiler Alert
La battuta che dà il titolo al quinto episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. viene pronunciata più volte. Protagonisti dello scambio sono May e Coulson, in un caso quello originale, in un altro nella versione "aliena" (?). L'altra cosa. Non l'odio, ma l'amore; non la vita, ma la morte. Si tratta di momenti che creano un legame emotivo, forse narrativo, tra ciò che May ha vissuto e ciò che sta vivendo in quel momento. La prigionia dell'agente nella mani di Sarge doveva essere sfruttata per costruire un percorso emotivo forte, e così è stato. Non solo, dopo alcuni colpi a vuoto, l'episodio mette da parte siparietti buffi e fini a se stessi per portare avanti la trama, dare piccole risposte, addirittura unire le storyline. Senza dubbio la migliore puntata della stagione.

Nella scelta che pareva esclusiva tra l'ambientazione terrestre e quella spaziale, la serie decide di prenderle entrambe. Una volta che ciò accade, lo fa con grande naturalezza. Sulla Terra, Yo-Yo e Benson si confrontano con la morte di Keller, e la reazione della donna è quella che potremmo aspettarci: sofferente, ma in qualche modo anche rassegnata. Non si tratta di un personaggio che lascia andare facilmente le proprie emozioni, ma qui ci pensa un momento molto personale con Benson a raccontarci, di riflesso, quel che lei sta provando. Mack in tutto ciò è il guardiano, silenzioso quanto basta, che ha dovuto mettersi su un piano diverso rispetto ai suoi agenti per poterli guidare, e in qualche modo soffre per questo.

Tutti loro elaborano i pochi dati che hanno sui parassiti, si appigliano al termine di origine inca pronunciato dall'uomo che avevano portato nel laboratorio al principio. Forse un indizio sull'origine dei mostri. Ma le informazioni più interessanti arrivano dal dialogo tra Sarge e May. Il primo vorrebbe sapere dalla seconda chi era questo Coulson per il quale tutti lo scambiano, ma alla fine sarà May a sapere qualcosa in più. Certo, mancano dei punti importanti. Sarge si presenta come un uomo che ha viaggiato da un pianeta all'altro per cercare di fermare il creatore dei parassiti, gli Shrike, ed è intenzionato a porre fine alla battaglia sulla Terra.

Quale che sia il suo passato, sembra confermato che Sarge non è il villain che appariva in principio, e che la sua missione non è quella di distruggere, ma di salvare. Ma i vari confronti, anche duri, tra i due, hanno una certa forza perché si incastrano molto bene con i flashback da Tahiti di May e Coulson. Piccoli momenti, molto intimi, molto romantici, che ci raccontano gli ultimi giorni della coppia e dicono sul dolore di May più di quello che lei avrebbe il coraggio di pronunciare.

Sembra già tanto per un episodio che in realtà porta avanti la trama anche sul versante spaziale. Anche troppo frettolosamente rispetto alle parentesi molto diluite delle scorse settimane. Il pianeta dei Chronicom è stato distrutto, una di queste creature intercetta Daisy e gli altri, e chiede loro di aiutarli a modificare il passato – dato che loro hanno già viaggiato nel tempo. In realtà loro non potrebbero replicare il processo, ma Fitz è prigioniero, e quindi una soluzione dovrà essere trovata. Daisy e gli altri riescono a fuggire e a tornare a casa, mentre Simmons rimane lì, di fatto utilizzata come strumento per costringere Fitz a collaborare, su suggerimento di Enoch.

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