Agents of S.H.I.E.L.D. 5x16 "Inside Voices": la recensione
La recensione del sedicesimo episodio stagionale di Agents of S.H.I.E.L.D.
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Soprattutto fanno le spese di questa confusione di scrittura Fitz e Simmons, che da quando si sono sposati vengono trattati un po' male dalla scrittura. C'è questa grande idea generale per cui gli il fine giustifica i mezzi, e se ci mettiamo di mezzo anche la pretesa invincibilità dei protagonisti, allora tutto si appesantisce. Anzi, è proprio antipatico il modo in cui entrambi si pongono nei confronti della situazione in atto. Corrono dei rischi inutili, sfidano la morte, terrorizzano a morte l'altro (tutto questo lo fa Simmons stavolta) in cambio di un vantaggio momentaneo. Il tutto spalleggiati da una Elena che, comprendiamo il trauma che ha vissuto, ma ci sembra sempre più fuori di testa.
Ruby e Hale convincono ancora meno del solito stavolta. Soprattutto la scrittura della prima, e l'interpretazione che l'accompagna, non sono all'altezza di quella che dovrebbe essere la grande nemesi dell'arco narrativo. Tutto diventa più interessante con il ritorno del Gravitonium e dello scienziato Franklin Hall, che entrano in contatto con Creel. Addirittura nel finale un flashback ci mostra Raina, la Chiaroveggente, e Ian Quinn. Due apparizioni che richiamano quella di Whitehall e si ricollegano ancora una volta alla storia della serie.