Agents of S.H.I.E.L.D. 5x16 "Inside Voices": la recensione

La recensione del sedicesimo episodio stagionale di Agents of S.H.I.E.L.D.

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Spoiler Alert
Episodio "nostalgia" per Agents of S.H.I.E.L.D. Certo, non quanto lo era stato il centesimo della serie, che era costruito appositamente per autocelebrare la mitologia dello show. Eppure è chiara in queste ultime settimane, e in particolare in Inside Voices, la volontà degli autori di tornare ai personaggi delle prime stagioni, di riprendere particolari sottotrame. Anche questa è una forma di autocelebrazione da parte di una serie che forse sente vicina la conclusione (o forse no, in realtà ancora tutto è possibile). A parte questo, il sedicesimo episodio della quinta stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. non è decisamente tra i migliori di quest'ultimo arco narrativo. Riempitivo da un lato, poco attento alla costruzione dei personaggi dall'altro.

Soprattutto fanno le spese di questa confusione di scrittura Fitz e Simmons, che da quando si sono sposati vengono trattati un po' male dalla scrittura. C'è questa grande idea generale per cui gli il fine giustifica i mezzi, e se ci mettiamo di mezzo anche la pretesa invincibilità dei protagonisti, allora tutto si appesantisce. Anzi, è proprio antipatico il modo in cui entrambi si pongono nei confronti della situazione in atto. Corrono dei rischi inutili, sfidano la morte, terrorizzano a morte l'altro (tutto questo lo fa Simmons stavolta) in cambio di un vantaggio momentaneo. Il tutto spalleggiati da una Elena che, comprendiamo il trauma che ha vissuto, ma ci sembra sempre più fuori di testa.

Soprattutto questo continuo giocare con la pretesa di invincibilità dei personaggi ha un grande problema di fondo. Se si vuole rimanere fedeli al fatto che il futuro non può essere cambiato, va bene, anzi ci vuole una grande coerenza per portare avanti un'idea del genere. Ma, parliamoci chiaramente, dubitiamo seriamente che in conclusione la Terra verrà distrutta e i Kree prenderanno il sopravvento sull'umanità. Il loop dovrà essere spezzato, e quindi questa idea di giocare a proprio vantaggio la carta del futuro che non può essere cambiato, quando l'intero scopo di quel che stiamo vedendo consiste proprio nell'impedire il futuro, ci sembra molto azzardata.

Ruby e Hale convincono ancora meno del solito stavolta. Soprattutto la scrittura della prima, e l'interpretazione che l'accompagna, non sono all'altezza di quella che dovrebbe essere la grande nemesi dell'arco narrativo. Tutto diventa più interessante con il ritorno del Gravitonium e dello scienziato Franklin Hall, che entrano in contatto con Creel. Addirittura nel finale un flashback ci mostra Raina, la Chiaroveggente, e Ian Quinn. Due apparizioni che richiamano quella di Whitehall e si ricollegano ancora una volta alla storia della serie.

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