Agents of S.H.I.E.L.D. 3x03 "A Wanted (Inhu)man": la recensione

Terzo episodio per Agents of S.H.I.E.L.D. Poche risposte su Simmons, ma la serie porta avanti il percorso di molti personaggi

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Spoiler Alert
Chi si aspettava risposte definitive, o anche vaghe, sul misterioso soggiorno di Simmons in un sistema solare diverso, dovrà aspettare. Al momento Agents of S.H.I.E.L.D. è ancora in fase di costruzione della sua stagione, sta ancora disponendo i pezzi in attesa, probabilmente, di farli scattare in avanti tutti insieme. Ecco quindi la nostra scienziata, i suoi comprensibili traumi e gli occhi a cuoricino di Fitz che rimangono più o meno fermi, mentre Hunter e May da un lato, Daisy e Lincoln dall'altro, vanno avanti e ci raccontano una nuova porzione della storia. Alleanze inaspettate, crolli improvvisi di personaggi, ma anche un ingresso atteso nella squadra, che diventa sempre più forte in attesa che si manifesti una nemesi degna di questo nome.

Il centro dell'episodio è Lincoln, braccato come tutti gli Inumani di cui l'ATCU (Advanced Threat Containment Unit) è giunto a conoscenza. L'uomo, ancora molto diffidente nei confronti dell'organizzazione di Coulson, cerca aiuto nelle mani di un suo vecchio amico di nome John (Daniel Roebuck, il dr. Artz!) che tuttavia finirà per tradirlo, più per paura che per crudeltà. A quel punto Lincoln realizza che il proprio destino, esattamente come non troppo tempo prima aveva insegnato ad altri, è quello di venire a patti con la propria natura e il proprio dono o maledizione. Se poi c'è una relazione con Daisy a indorare la pillola, la scelta è ancora più semplice. Il rapporto con lo S.H.I.E.L.D. non è del tutto formato, ma apparentemente è solo una questione di sfumature e Lincoln, alla faccia del parere del dr. Garner, può essere considerato come la prima vera recluta dei Secret Warriors.

Coulson riesce a ottenere un incontro, e una specie di tregua ancora non sappiamo basata su cosa, con Rosalind dell'ATCU. Un personaggio quest'ultimo che in poche battute gli autori sono riusciti a definire, in particolare sono molto divertenti le frecciatine e i doppi sensi che questa lancia a Coulson. Insomma un rapporto di amore-odio che sarà divertente ritrovare di volta in volta. Più sacrificata tutta la vicenda di Hunter e May, un po' perché il primo ne esce con le ossa rotte (in tutti i sensi), un po' perché si vede che è una storyline riempitiva, che serve a trovare uno scopo più definito ai due, e in qualche modo anche a Bobbi, che torna ancora anche indirettamente sulla separazione dal suo uomo.

L'Hydra comunque sembra rimanere un punto irrinunciabile dello show, e per entrare nell'organizzazione Hunter parte dal più basso dei gradini. E si sporca parecchio per poter raggiungere il suo scopo. Anche nel momento della vittoria, il biasimo di May – che invece ne esce sempre alla grande – nei suoi confronti è anche il nostro. Dopo Bobbi e Simmons, che avevamo viste già inserite a giochi fatti, è la prima volta che seguiamo un personaggio che cerca di fare il doppio gioco. Momento esilarante il dialogo con pronuncia da inglese doc con tanto di sottotitoli e Hunter che sembra uscito fuori da This is England.

L'episodio finisce con un "have to go back", che ormai dovrebbe essere un marchio registrato, ma in fondo sulla ABC rimane di casa.

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