Agents of S.H.I.E.L.D. 2x21/2x22 "S.O.S." (season finale): la recensione

Finale di stagione di Agents of S.H.I.E.L.D.; arriva lo scontro tra l'organizzazione e gli Inumani

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Spoiler Alert
Eventi e morti inaspettate, ma soprattutto parecchia azione nell'esplosivo doppio finale di stagione di Agents of S.H.I.E.L.D. Episodio corale e aperto su più fronti, che lascia il giusto spazio a tutti e che, fino a pochi minuti dalla conclusione, ha addirittura il sapore di un series finale. S.O.S. arriva al termine di una stagione indubbiamente in crescita per il piccolo spin-off televisivo della Marvel, che nel primo anno aveva suscitato più di qualche perplessità, ma che già dal crossover con gli eventi di Captain America – The Winter Soldier era riuscito a mostrare una nuova anima, più curata, ragionata e stratificata. Nel confronto con Ward da un lato e con i pericolosi Inumani di Jiaying dall'altro, Coulson e soci corrono a perdifiato per rimanere in sella alla mitologia sempre più complicata (e traballante) del MCU. Per valori produttivi e fascino dei caratteri, oltre che per esplicita scelta di chi gestisce la grande storia, è una sfida impossibile; qualcosa inevitabilmente non quadra, ma rimangono comunque un finale e una stagione da promuovere.

Tutto riparte esattamente dalla sospesa conclusione di Scars, che aveva visto l'improvviso voltafaccia di Jiaying, l'uccisione di Gonzales e la fine di qualunque speranza di pace tra l'organizzazione e i rifugiati di Afterlife. Sono attimi di tumulto quelli nei quali Skye si trova costretta a scegliere tra le sue due famiglie. Lo stratagemma della madre della ragazza avrà ragione in un primo momento, riuscendo a mettere in crisi i vertici dell'ex real S.H.I.E.L.D., attirando il resto dell'organizzazione in una trappola che dovrebbe culminare in un massacro tramite i cristalli terrigeni. Come avvenuto in passato, Coulson ci mette poco a riorganizzare i suoi uomini, riesce a persuadere Cal in versione Mr. Hyde a non obbedire più a Jiaying, ma ad agire per il bene di Daisy. Il piano degli Inumani fallisce quindi, aprendo la strada ad una nuova fase di reclutamento in cui Skye avrà un ruolo di primo piano. Secondario tutto il fronte che si svolge contemporaneamente a questo, e che vede Hunter e May impegnati nel salvataggio di Bobbi da Ward e Kara.

L'azione è frenetica e non conosce sosta dall'inizio alla fine. Rimane l'improvvisa e inaspettata scomparsa di Raina, per la quale in realtà ci aspettavamo un ruolo più ampio. Peccato per l'ex donna con il vestito a fiori e per il suo potere, così interessante e forte; ci dispiace un po' per la sua scomparsa (ritroveremo Ruth Negga in Preacher), determinante però per far aprire gli occhi a Skye su sua madre. Non sono pochi i momenti drammatici: la fine di Kara, che muore tra le braccia di Ward nel modo peggiore, quella di Jiaying, con Cal (Kyle MacLachlan è stato fantastico nel ruolo) vittima degli eventi e di se stesso, infine costretto a scegliere tra le due persone che ama di più al mondo, quella di Gordon, che però ricorderemo soprattutto per un Fitz in versione Jesse Pinkman ("science bitch!"), e lo stesso sacrificio di Coulson, che ci rimette una mano per evitare la tragedia.

È un finale che, nel bene o più spesso nel male, non risparmia nessuno. Le cicatrici, stavolta invisibili, che davano il titolo all'episodio precedente lasciano un segno su ognuno dei protagonisti, chiamato a reinventarsi in vista della terza stagione. May si prende un periodo di riflessione, Hunter e Bobbi si ritrovano definitivamente, Mack vince i suoi dubbi sull'attività dell'organizzazione ottenendo di poter supervisionare il misterioso artefatto alieno, Fitz e Simmons con una stagione di ritardo affrontano le loro tensioni personali. La guida di Lola che Coulson lascia a Skye rappresenta più simbolicamente un vero passaggio di consegne. Nel futuro i superpoteri e le capacità inumane saranno la regola, e la ragazza dovrà assumere il ruolo simile a quello avuto da Coulson o Nick Fury per gli Avengers. Lo S.H.I.E.L.D. intanto è un'organizzazione ferita, ma in piena ripresa rispetto ad un anno fa. Lo stesso non può dirsi dell'Hydra, che dopo la morte di Strucker è per la prima volta in piena crisi. Tenendo fede al suo nome però una nuova testa è sempre pronta a spuntare, e sarà proprio quella di Ward.

Cattivissimo al punto giusto il doppio cliffhanger finale che stacca sul carico di cristalli precipitati nell'oceano e ci mostra tutta una nuova generazione di Inumani pronta a venir fuori nella prossima stagione. È una soluzione inevitabile nel momento in cui la serie opta per un tono sempre più supereroico e meno action, ma speriamo di non tornare alle origini con il case-of-the-week da affrontare. Crudele – e anche un po' maldestro come esecuzione – l'ultimissimo momento riservato a Simmons: non ci lanciamo in altre considerazioni, limitiamoci ad aspettare e vedere cosa ne verrà fuori.

È stato un finale di stagione migliore del segmento che l'ha preceduto. Se nella prima stagione si poteva criticare la serie per un'eccessiva linearità e semplicità, dopo l'ottimo midseason finale dello scorso anno le diramazioni nella trama di sono moltiplicate. Una mitologia più stimolante, resa ancora più affascinante dal fatto che per la prima volta in assoluto ha anticipato i film, ma spesso sfuggita al controllo dei creatori. L'introduzione del real S.H.I.E.L.D. è stata una delle idee più infelici della serie, e le alleanze e controalleanze spesso hanno vacillato sotto l'esigenza – sempre più anacronistica – di una stagione da 22 episodi. Ma al tempo stesso non si può non riconoscere il cambiamento in positivo dello show, più ragionato, scritto e diretto meglio, sempre più interessato a costruire una propria mitologia.

Il futuro rimane un luogo sconosciuto. Non ci sarà, per fortuna, lo spin-off su Hunter e Bobbi, personaggi simpatici ma incapaci di reggere da soli una serie, molto più utili come comprimari qui. Tornerà Agent Carter, forse con qualche collegamento, per quanto labile, con la serie. Ma a quel punto saremo già nell'attesa e decisiva Fase 3 dell'universo Marvel, e allora non sarà solo Thanos, ma anche e soprattutto, tra meno di un anno, Civil War. In un contesto del genere, l'idea che l'universo cinematografico continui ad ignorare quello televisivo (non solo della ABC ma anche di Netflix) rimane non solo controproducente, ma anche difficile da credere.

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