Agents of S.H.I.E.L.D. 2x16 "Afterlife": la recensione

Nell'ultimo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. ritroviamo a sorpresa alcune vecchie conoscenze

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Spoiler Alert
Inattesi ritorni e impreviste alleanze nell'ultimo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. Mentre Coulson raccoglie le forze in vista di uno scontro che appare sempre più inevitabile con la fazione di Robert Gonzales, anche se ancora non sappiamo con quali mezzi verrà combattuta la battaglia, Skye entra in contatto con il mondo dei mutanti guidati da Gordon. Tre forze in campo, in ognuna delle quali vive una parte di bene e una di male, e il team con cui era iniziata la storia diviso su più fronti. Afterlife è un buon episodio, che permette alla serie di rialzare il tiro dopo che aveva un po' vacillato nelle ultime settimane.

Niente Ward questa settimana. Verrà solo nominato, di sfuggita, da Coulson, che si arrende a quella che definisce l'opzione peggiore per cercare di ribaltare le sorti dello scontro in atto. La fuga dal real S.H.I.E.L.D. passa per il rifugio di Bruce Banner, nel quale lui e Hunter fanno il punto della situazione e ripartono. Pochi gli alleati, poche le probabilità, ma dall'interno – ormai a prospettive del tutto ribaltate – i fedeli Fitz-Simmons mettono da parte le loro divergenze e lavorano per aiutare la squadra. Il tutto all'ombra dei dubbi di Bobbi e Mack – in realtà più della prima che del secondo – e con il ritorno inatteso e gradito di Deathlok (ma chiamiamolo pure Mike).

Intanto ormai nella serie l'esposizione cammina di pari passo con l'azione, e anche questa settimana scopriamo qualcosa di più sulla condizione degli Inumani. Già nella midseason première la questione dei mutanti era stata affrontata con echi abbastanza vicini alle vicende degli X-Men, e anche questa settimana pare esserci qualche riferimento. Non solo difficoltà di accettazione, da parte di sé e degli altri, ma dall'esterno una struttura che agisce in tutto il mondo per aiutare i prescelti nel controllo delle loro facoltà. Il luogo in questione è l'Afterlife del titolo dell'episodio, una non meglio identificata località con parecchi richiami alla cultura cinese, e la guida momentanea di Skye (e nostra) è un ragazzo di nome Lincoln che controlla l'elettricità.

C'è un momento in cui avvertiamo davvero il dolore di Raina, anche lei ad Afterlife, per il trauma della sua trasformazione, ma c'è soprattutto la sorpresa per il ritorno in scena di Jiaying. La non tanto allegra famiglia è praticamente riunita, ed è difficile immaginare cosa accadrà. La storyline di Coulson e Gonzales sono abbastanza riempitive e servono più che altro a raccontare l'adattamento dei protagonisti alla nuova situazione. Per il resto tra Kree, Inumani, Terrigenesi, ce n'è abbastanza per soddisfare i fan della Marvel che attendono di scoprire come verrà trattato l'argomento – ormai centrale nella mitologia del MCU – in Avengers: Age of Ultron. Per il resto c'è la visibile costruzione di una storia che muove su più binari, al momento paralleli, ma destinati a incrociarsi. La forza della serie consiste ora nel riuscire a muoverli ora più lentamente, ora più velocemente, spingendoli verso un finale di stagione che si avvicina sempre più.

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