Agents of S.H.I.E.L.D. 2x16 "Afterlife": la recensione
Nell'ultimo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. ritroviamo a sorpresa alcune vecchie conoscenze
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Niente Ward questa settimana. Verrà solo nominato, di sfuggita, da Coulson, che si arrende a quella che definisce l'opzione peggiore per cercare di ribaltare le sorti dello scontro in atto. La fuga dal real S.H.I.E.L.D. passa per il rifugio di Bruce Banner, nel quale lui e Hunter fanno il punto della situazione e ripartono. Pochi gli alleati, poche le probabilità, ma dall'interno – ormai a prospettive del tutto ribaltate – i fedeli Fitz-Simmons mettono da parte le loro divergenze e lavorano per aiutare la squadra. Il tutto all'ombra dei dubbi di Bobbi e Mack – in realtà più della prima che del secondo – e con il ritorno inatteso e gradito di Deathlok (ma chiamiamolo pure Mike).
C'è un momento in cui avvertiamo davvero il dolore di Raina, anche lei ad Afterlife, per il trauma della sua trasformazione, ma c'è soprattutto la sorpresa per il ritorno in scena di Jiaying. La non tanto allegra famiglia è praticamente riunita, ed è difficile immaginare cosa accadrà. La storyline di Coulson e Gonzales sono abbastanza riempitive e servono più che altro a raccontare l'adattamento dei protagonisti alla nuova situazione. Per il resto tra Kree, Inumani, Terrigenesi, ce n'è abbastanza per soddisfare i fan della Marvel che attendono di scoprire come verrà trattato l'argomento – ormai centrale nella mitologia del MCU – in Avengers: Age of Ultron. Per il resto c'è la visibile costruzione di una storia che muove su più binari, al momento paralleli, ma destinati a incrociarsi. La forza della serie consiste ora nel riuscire a muoverli ora più lentamente, ora più velocemente, spingendoli verso un finale di stagione che si avvicina sempre più.