Riferimenti come se piovesse a
Battlestar Galactica, nell'ultimo episodio di
Agents of S.H.I.E.L.D. Avere Edward James Olmos come comandante a bordo di una nave è abbastanza per far scattare il deja-vu, ma quando la crisi incombe e Lucy Lawless è nei paraggi, le coincidenze diventano presto delle prove, e sembra naturale pensare che la scrittura abbia voluto omaggiare in qualche modo il capolavoro di SyFy.
One Door Closes non risolve tutte le problematiche e i dubbi legati all'apparizione del cosiddetto
real S.H.I.E.L.D., ma, mentre ci conduce verso nuovi e più interessanti sviluppi della trama, segna una tappa decisamente superiore a quelle delle ultime settimane.
Quello che è davvero difficile da capire in questo momento è se la presunta superiorità morale della nuova fazione in gioco apparsa sia una scusa per propositi negativi – nel caso ci troveremmo di fronte ad un nuovo nemico – oppure se effettivamente alla base di tutto c'è un malinteso legato alla resurrezione di Coulson e ai dubbi di Robert Gonzales sul fatto che possa davvero guidare l'organizzazione. Probabilmente un po' e un po'. In questo episodio scopriamo molto, quasi tutto, sull'origine del real S.H.I.E.L.D. con una serie di flashback che ci riportano agli eventi di Captain America 2 e al giorno in cui cadde l'organizzazione.
Momenti diversi, sottolineati – forse inutilmente – da una diversa fotografia, che ci mostrano senza ombra di dubbio come la nuova fazione nasca sotto nobili propositi. Quanto ai mezzi, il discorso cambia, e la purezza e trasparenza che tanto viene ostentata da Gonzales cade mentre scopriamo qualcosa in più sui metodi adottati dall'organizzazione. Coulson getta lì la frase nel botta e risposta, ma probabilmente un altro approccio sarebbe stato davvero preferibile al gioco di doppie e terze coperture messo in atto tramite
Mack e
Bobbi. Insomma, il gioco a incastro con la prima parte della seconda stagione non riesce del tutto, ma dovendo ragionare con il materiale a questo punto a disposizione la puntata fa il suo dovere, intrattiene, fa scattare in avanti la trama. E, indirettamente, consegna Skye nelle mani di
Gordon e degli altri mutanti.
Intanto Bobbi spicca come personaggio protagonista tra passato e presente, ma sarà Simmons a prendersi una bella rivincita riuscendo a sorprendere il suo avversario (e anche noi) con uno stratagemma. Il rischio di trovarsi di fronte ad un nuovo Ward con Bobbi e Mack è molto basso: la strada per la fusione tra le due organizzazioni contro una minaccia comune – altri Inumani e mutanti più minacciosi – potrebbe non essere tanto lontana. Piccolo, ma forse non casuale, lo spazio riservato a Tomas Calderon e Anne Weaver: possibili ostacoli alla tregua potrebbero provenire da loro.
One Door Closes è un buon episodio. L'azione fracassona non ha sempre un senso, e spesso gli esiti – come nella facile cattura di Coulson – sono troppo inquadrati; vince molto meglio nel doppio finale in cui
Skye rilascia i suoi poteri forse nel modo più emozionante visto finora, e in cui Coulson si riunisce ad
Hunter in una località esotica, pronto a prendere la rincorsa per tornare in comando.