Agents of S.H.I.E.L.D. 1x03 "The Asset": la recensione

Buona terza puntata per la serie Marvel, che qui inizia a costruire la propria mitologia interna

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Molto si può dire a proposito della Marvel e in generale del grande progetto di trasposizione del proprio universo fumettistico al cinema (e non solo), ma non che non siano stati in grado di comprendere bene le esigenze del pubblico e di venire sempre incontro a queste. The Asset, terzo episodio di Agents of S.H.I.E.L.D., conferma questa attenzione da parte della produzione e la capacità di comprendere come, esaurita la spinta propulsiva dei film, la serie debba necessariamente imparare a  camminare sulle proprie gambe. Il primo episodio giocava sulla grande attesa e sui ritorni, quello definitivo di Coulson, quello temporaneo di Maria Hill; il secondo, decisamente il più debole finora, si salvava in corner grazie all'apparizione di Nick Fury; il terzo fa qualcosa di nuovo: inizia a costruire una mitologia che sia interna alla serie e non basata sui lungometraggi.

Le vicende dell'episodio ruotano intorno al rapimento del Dr. Franklin Hall e al ritrovamento di un elemento instabile denominato Gravitonium. In uno svolgimento che per buona parte della sua durata sembra appoggiarsi ad una narrazione più da Bond-movie che da comic-movie, osserviamo i membri della squadra in azione, mentre aumentano le proprie abilità individuali e collettive, mentre si espongono al pericolo, mentre si confessano un pò tra di loro e un pò a noi. L'elemento corale emerge solo a tratti, quando è invece chiaro come esistano due blocchi di personaggi, uno più incisivo (composto da Coulson, Skye e Grant) e uno più secondario (composto da Fitz, Simmons e Melinda).

Skye in particolare, ottima presenza e conflitti interiori, viene messa in bella mostra davanti alla telecamera per quasi metà dell'episodio. Se Inara Serra (Morena Baccarin) in Firefly riusciva a distrarre dalla trama solo apparendo sullo schermo, anche Skye, che, ormai è chiaro, sarà un personaggio molto più "attivo" e combattivo, non delude. Dopo tre puntate iniziano intanto ad assestarsi i giudizi sul resto del cast: in un gruppo ampiamente sufficiente, l'anello debole è sicuramente Elizabeth Henstridge (Simmons) e in questa puntata in particolare una scrittura che le assegna soltanto battute estemporanee e poco divertenti non la aiuta di certo.

A proposito della scrittura, continua ad essere molto veloce, spesso sopra le righe e sempre ironica, a raccontarci la trama attraverso rapidissimi scambi di battute. Anche da questo punto di vista il livello generale è stato decisamente migliore rispetto a 0-8-4: magari non rimarremo completamente sorpresi da certe rivelazioni, ma non siamo nel campo della prevedibilità assoluta e del già visto in mille altre occasioni. L'importante è che funzioni, e l'ultima scena della puntata, per quanto facilmente anticipabile anche per chi non abbia alcuna conoscenza dei fumetti, ci lascia soddisfatti e ansiosi di conoscere il seguito.

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