Agente Carter: Operazione S.I.N., la recensione

Abbiamo recensito per voi Agente Carter: Operazione S.I.N., miniserie scritta da Kathryn Immonen e disegnata da Rich Ellis raccolta in volume da Panini

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Quanti di voi avrebbero mai scommesso sul ritorno in auge del personaggio dell'Agente Carter prima dell'uscita del blockbuster Captain America: Il primo Vendicatore, film nel quale appariva per la prima volta la versione cinematografica di Peggy Carter, interpretata dalla bella e carismatica attrice inglese Hayley Atwell? E quando avrebbero immaginato che, dopo il suddetto esordio, Peggy sarebbe tornata ancora e ancora nell'Universo Cinematografico (e Televisivo) Marvel, persino con una sua personale serie TV, intitolata Agent Carter, la cui prima stagione è andata in onda pochi mesi fa, venendo puntualmente rinnovata dal network ABC?

Noi, personalmente, avremmo fatto fatica a credere che nel panorama del fumetto (e degli altri medium) moderno ci potesse essere ancora spazio per un personaggio legato a un'epoca molto diversa rispetto a quella attuale. Bene, siamo lieti di esserci sbagliati, e di rilevare quanto Marvel Comics sia davvero una casa editrice pionieristica e in grado di saper sperimentare coraggiosamente cose nuove, proponendo, per esempio, una miniserie come quella raccolta nel volume Agente Carter: Operazione S.I.N., scritta da Kathryn Immonen e disegnata da Rich Ellis.

Venendo alla trama del fumetto, occorre precisare che questo si svolge nel passato, dopo che Peggy aveva perduto il suo amato Steve Rogers a.k.a. Capitan America, erroneamente creduto morto per molti anni, la II Guerra Mondiale aveva avuto termine, e la protagonista si era ritrovata dietro una scrivania a lavorare per il governo americano. Fortunatamente (o forse no), Howard Stark, padre del più noto Tony e "amico" di Peggy, accorre in aiuto della protagonista, offrendole di recarsi con lui in Russia per una pericolosa quanto misteriosa missione segreta. In terra sovietica i due incontreranno il loro terzo compagno, Woodrow McCord, conosciuto sulle pagine di Original Sin nel ruolo di Uomo sulle Mura, super-agente segreto che ha il compito di proteggere silenziosamente la Terra dalle minacce provenienti dallo spazio profondo. La storia ruoterà proprio dietro al ritrovamento di un misterioso artefatto alieno, al quale lo stesso governo dell'URSS, alleatosi con l'agenzia filo-nazista HYDRA darà la caccia: in un clima di grande freddo, sia climatico che politico, l'Agente Carter dovrà trovare il modo di sventare una minaccia che potrebbe mettere a repentaglio la struttura stessa dello spazio/tempo, rischiando di annichilire ogni forma di vita.

Il grande merito della Immonen, sceneggiatrice di Agente Carter: Operazione S.I.N., è quello di aver saputo imbastire un racconto molto diverso dal canone moderno del fumetto supereroistico: questo, difatti, si rifà dichiaratamente al filone dei comics della cosiddetta Golden Age, nel quale le storie erano molto più lineari, pure e "sbarazzine", rispetto a quanto siamo abituati a leggere oggi. La trama della miniserie è difatti molto semplice, in una maniera tale che potrebbe persino seccare il lettore moderno. Questo aspetto, voluto e ricercato, non spoglia però questo fumetto della sua validità narrativa, improntata a una forte coerenza narrativa e un'attenta contestualizzazione, sia storica che fumettistica: Agente Carter: Operazione S.I.N. si svolge, infatti, in un periodo storico ben preciso, cosa che viene saggiamente rimarcata con precisi riferimenti che appaiono nel corso di tutta la narrazione. Inoltre, non mancano puntuali rimandi all'Universo Marvel a fumetti: nel corso del racconto appariranno diversi personaggi abbastanza noti ai lettori dei fumetti della Casa delle Idee, ritratti in una versione precedente a quella che li avrebbe poi consacrati al pubblico. Stiamo parlando di Ursa Major, Guardiano Rosso e Anton Vanko, il futuro Dinamo Cremisi, villain di Iron Man.

Ai disegni, il bravo Rich Ellis riesce a esaltare il sapore rétro e vintage della storia con matite dal tratto classico, che rimandano fortemente a quello stile cartoony che vede nell'artista Darwin Cooke il suo massimo esponente. La costruzione della pagina di Ellis è anch'essa fortemente accademica, aspetto che dà la concreta sensazione di stare leggendo un fumetto degli anni '50.

In conclusione, Agente Carter: Operazione S.I.N. è un racconto che offre una prospettiva diversa rispetto alla narrativa a fumetti che impera in questo XXI secolo, una finestra aperta su un passato nel quale le cose erano apparentemente più semplici, nel quale vi erano i buoni e i cattivi, e i primi vincevano sempre. Un po' di dolce nostalgia verso ciò che era e oggi non è più, del resto, non ha mai fatto male a nessuno.

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