Agent Carter 2x05 "The Atomic Job": la recensione
Giro di boa per Agent Carter, che proietta i protagonisti in una missione rischiosa
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Tramite una visione un po' improvvisa e ingiustificata, ma diciamo che serve alla trama, Wilkes riesce a individuare il corpo di Jane Smith tramite il collegamento con la Materia Zero. Peggy e Jarvis, che per l'occasione ha indossato la sua cravatta da "tempo libero", arrivano sul posto giusto in tempo per scoprire, proprio per bocca di Whitney, che la donna intende appropriarsi di un ordigno atomico. Scatta quindi una seconda missione, molto più pericolosa della prima, che vedrà coinvolti anche Sousa, Rose e il dottor Samberly. La serie, e la regia di Craig Zisk, giocano sull'improbabilità del gruppo, ovviamente ribaltando quello che ci si potrebbe aspettare, e quindi dimostrandoci che tutti loro sono più che in grado di svolgere il loro compito.
Senza contare che il fatto finisce per spalancare le porte al più classico dei ripensamenti sulla proposta di matrimonio che Sousa aveva fatto poco prima alla sua ragazza. Alla fine chi ne uscirà meglio – nonostante il suo piano alla Roxxon sia stato ostacolato – è Whitney, soprattutto grazie ad un momento violento con il criminale Joseph Manfredi nel quale non si scomporrà, ormai sempre più padrona della propria vita, e di quella del marito. Agent Carter chiede poco ai suoi spettatori, e riesce sempre a regalare un intervallo piacevole in compagnia di personaggi che è facile apprezzare, anche quando, come stavolta, il tono della storia non è perfettamente sotto controllo e finisce per perdersi in cliché.