Age of X-Man – Prigioniero X: In catene, la recensione

Age of X-Man - Prigioniero X è un thriller psicologico di grande impatto strutturato con perizia da un'Ayala impeccabile

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Age of X-Man - Prisioner X #1, anteprima 01

C’era una volta un mondo in cui gli Homo Superior erano vessati e odiati dalla gente, costretti a una condizione di sofferenza a causa della loro natura. Quel mondo non esiste più: sfruttando i suoi poteri di livello omega, Nate Grey ha plasmato una nuova realtà, Age of X-Man, in cui la razza umana e quella mutante convivono in pace. In questi ultimi mesi abbiamo avuto modo di leggere le miniserie che ci hanno presentato i diversi aspetti della saga, alle quali si aggiungere ora Prigioniero X.

Scritta da Vita Ayala (Morbius: The Living Vampire), l’opera è incentrata su Lucas Bishop, noto anche come Alfiere, rinchiuso nel complesso carcerario della Stanza del Pericolo a causa della sua relazione con Jean Grey, come abbiamo visto nel volume I Meravigliosi X-Men. Nella realtà creata da Nate, infatti, qualsiasi legame affettivo è stato bandito in nome di un bene comune. Se in X-Tremisti abbiamo conosciuto chi è preposto alla cattura di coloro che infrangono la legge, qui scopriamo cosa accade nell’istituto correttivo.

Mentre seguiamo le giornate di Alfiere, ci rendiamo conto di quanto odio accompagni la sua permanenza dietro le sbarre; d’altronde, fino a poche settimane fa era uno degli eroi più amati, ed è lecito aspettarsi che molti detenuti abbiano voglia di fargliela pagare. In questo clima tutt’altro che sereno, Bishop ha delle visioni che rimandano a un’esistenza che non gli appartiene e scenari per lui inediti. L’incalzare di queste sensazioni genera in lui smarrimento e lo spinge a ricercare la verità lungo un percorso pieno di insidie e diffidenza.

"Difficile staccarsi dalla lettura di una storia così ben articolata."Vista la particolare ambientazione, il tono del racconto è cupo e a tratti alienante. Ogni capitolo è scandito da un colpo di scena che alimenta il mistero che permea la storia e contribuisce a creare angoscia: niente è come appare e tutto deve essere messo in discussione. Difficile staccarsi dalla lettura di una storia così ben articolata, un thriller psicologico di grande impatto strutturato con perizia da un'Ayala impeccabile nel gestire tutte le figure coinvolte e nel ricollegare i singoli tasselli nel finale.

Il team creativo di Prigioniero X – non "Prigionero", come sciaguratamente riportato in copertina – è completato da German Peralta (Thanos), autore di una prova sontuosa: il suo stile è perfetto per veicolare le emozioni di questa storia tramite l'espressività dei personaggi. La versatilità del tratto e l'intesa con il colorista Jim Charalampidis fanno sì che le atmosfere del racconto vengano inoltre contaminate nelle pagine conclusive da soluzioni psichedeliche di grande effetto.

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