Age of Empires III: Definitive Edition, il riadattamento che chiude il cerchio | Recensione

Age of Empires III: Definitive Edition è l’ottima remastered di uno strategico in tempo reale discreto, ma non eccellente

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


Condividi

Age of Empires III: Definitive Edition, il riadattamento che chiude il cerchio | Recensione

Con Age of Empires III, al contrario di quanto accadde con i diretti predecessori, non fu amore. Criticatissimo da molti, in effetti, pagava lo scotto di un’ambientazione enormemente meno affascinante rispetto alla storia antica o all’epoca medievale, soprattutto per noi europei; prestava il fianco a tutta una serie di scelte di design che finirono per appiattire lievemente il gameplay della saga.

Inutile negarlo: del terzetto stiamo parlando dell’anello debole, dell’episodio certamente meno ispirato, influenzato dai trend, sbagliati, che si stavano imponendo all’epoca della sua pubblicazione.

A scanso di equivoci, parliamo in ogni caso di uno strategico in tempo reale più che degno, contenutisticamente immenso, in grado di appassionare con una facilità disarmante tanto i videogiocatori più smaliziati, quanto i neofiti, che non potrebbero trovare miglior esponente per iniziarsi alla saga che fu di Ensemble Studios.

La formula adottata in questa remastered dal tag team composto da Forgotten Empires e Tantalus Media è la stessa già utilizzata con i prequel. Ciò significa, tanto per cominciare, che l’aggiornamento più impattante è ovviamente constatabile sul piano prettamente grafico.

[caption id="attachment_218531" align="aligncenter" width="1000"] Grazie alle città madri potrete di volta in volta potenziare e modificare il mazzo di carte che vi garantiranno, in partita, tutta una serie di bonus e power-up[/caption]

Anche sotto questo profilo, Age of Empires III non convinse più di tanto all’epoca del suo esordio. Tecnicamente d’impatto, lasciò piuttosto interdetti in termini di stile, ritenuto derivativo, privo di carattere, fin troppo simile a quello adottato da altri congeneri. La Definitive Edition non ribalta ovviamente un tale giudizio, ma va premiata l’abilità degli sviluppatori nell’aver reso attraente, ai giorni nostri, il comparto estetico di un gioco del 2005.

Frame rate granitico e definizione massima supportata settata sui 4K, rendono giustizia a modelli poligonali dettagliati e ad effetti che non sfigurano affatto anche sul più performante dei monitor. L’acqua passata sotto ai ponti, tuttavia, è facilmente ravvisabile in ambientazioni in certi casi troppo spoglie e soprattutto in animazioni non proprio rifinite.

In termini di gameplay, il giudizio si fa ovviamente più controverso. Ai nostalgici basterà rigiocare a certe missioni per convincersi della bontà di questa riproposizione. I più critici non troveranno feature o novità degne di questo nome a scalfire l’antico parere consolidatosi sul gioco.

Age of Empires III: Definitive Edition modifica sensibilmente la trama di una campagna ed alcuni potenziamenti legati a certe civiltà, così da eliminare parte degli stereotipi che banalizzavano soprattutto la cultura dei nativi americani; introduce due nuove popolazioni, svedesi e inca; si fregia di una modalità inedita legata ad alcune brevi missioni vincolate a specifici obbiettivi. Eppure, a livello pratico, non è cambiato proprio nulla.

Torna l’amato e odiato sistema di card in grado di garantire power-up o l’arrivo di rinforzi a seconda dei punti esperienza accumulati, feature che spesso sabota il design di alcuni livelli, quando non rompe con fin troppa irruenza gli equilibri delle partite in multiplayer.

Al tempo stesso, dovrete scendere a compromessi con un pathfinding non sempre esente da critiche, oltre che con alcune semplificazioni del gameplay, rispetto ai prequel, che cambiano il ritmo dell’esperienza. Se da una parte troverete molte operazioni più snelle e dirette, dall’altra lamenterete l’assenza di alcuni passaggi in grado di rendere ogni match più stratificato.

La sensazione generale, è che Age of Empires III: Definitive Edition sia uno strategico che premia la quantità, più che la qualità o la tattica raffinata. Un esercito semplicemente più ampio ha quasi sempre ragione sull’avversario.

[caption id="attachment_218532" align="aligncenter" width="1000"] Sono presenti ben tre modalità di visualizzazione dell’hud[/caption]

Naturalmente, ciò non toglie più di tanto ad una produzione comunque ricca di unità e tecnologie da sviluppare, che ripropone per sommi capi lo stesso gameplay già visto all’opera con i prequel. Complice un design delle missioni più che valido, in singolo vivrete momenti davvero memorabili e carichi di adrenalina. Online, grazie alle molte modalità presenti, alcune inedite, potrete sbizzarrivi per mesi e mesi.

Age of Empires III: Definitive Edition è l’ottima remastered di uno strategico in tempo reale discreto, ma non eccellente. L’inclusione di tutti i DLC rilasciati all’epoca, la creazione di una piattaforma online solidissima, l’ottimo restyling grafico apportato, sono qualità che testimoniano il buon lavoro svolto dagli sviluppatori.

Purtroppo i veri problemi del gioco sono legati all’originale, incerto artisticamente, non troppo lucido su quello prettamente ludico. Va da sé che chi ha amato i primi due capitoli avrà pane per i suoi denti, ma guai ad aspettarsi la stessa perfezione raggiunta invece da Age of Empires II.

Continua a leggere su BadTaste