After Love, la recensione
Per raccontare la reazione di fronte a una scioccante rilevazione, After Love sceglie la via del thriller e della ghost story. La recensione
Per raccontare cosa rimane dopo l'amore, la reazione in seguito a scioccanti rivelazioni, After Love segue una via particolare, quella del thriller e della ghost story. Il giorno seguente all'inaspettata scomparsa del coniuge, Mary (Joanna Scanlan), sessantenne convertitasi alla religione islamica prima del matrimonio, scopre che questi aveva una vita segreta a Calais, oltre il canale della Manica, a soli trentaquattro chilometri di distanza dalla loro casa a Dover, in Inghilterra. Decide così di recarsi lì per saperne di più, introducendosi, come donna delle pulizie, nella casa dell’amante, Geneviève (Natalie Richard).
GUARDA - La videorecensione
Se la prima parte è tutta focalizzata su Mary, la seconda si apre anche a Geneviève, mettendo in luce in particolare il suo dramma nell'essere una "seconda scelta". Poco per volta emerge la vicinanza tra le due donne, nella ricerca di un impossibile contatto con l'uomo, che passa attraverso toccare e annusare i suoi vestiti, ascoltare vecchie audiocassette da lui registrate. I possibili segni di una sua presenza (come la polvere che all'improvviso compare nelle stanze, le crepe che si formano sul muro) rendono l’atmosfera claustrofobica e spettrale, che allontana il film dalle tinte da Soap opera, verso cui lo spunto di partenza poteva portare.
A rendere riuscito il film è anche poi il lavoro sulla messa in scena, che sa rendersi molto espressiva. Khan struttura gli spazi giocando sulla profondità di campo, per evidenziare la distanza tra i personaggi (come tra moglie e marito nell'unica scena che li vede insieme) , e sulla presenza delle pareti che li schiacciano all’interno dell’abitazione. Alterna primi piani a campi medi per evitare di cadere nel melodramma: i personaggi trattengono sempre le proprie emozioni, e neanche la macchina da presa indugia su di loro, lasciando però che allo stesso tempo emergano con sincera commozione, fino a un happy end che funziona e non appare scontato. In questa sua struttura complessa e fortemente ragionata, After Love dunque riesce a parlare di sentimenti universali senza alcun ridondante sottotesto socioculturale o scivoloni nel patetico, ma (solo) con grande umanità.