Addio al nubilato, la recensione
Addio al nubilato di Francesco Apolloni è un film che è quasi doloroso definire commedia, che sbaglia totalmente la sua direzione risultando invece un pasticciato melodramma gratuito e qualunquista condito con qualche battuta che cerca di far ridere.
Con l’ingenuità del voler essere il corrispondente italiano e al femminile di Una notte da leoni, Addio al nubilato di Francesco Apolloni non solo è quanto di più lontano si possa immaginare da quel tipo di comicità irriverente e d’attore (la recitazione nel film di Todd Phillips è fondamentale, oltre ad avere una regia di ferro), ma è anzi un film che è quasi critico definire commedia, in quanto sbaglia totalmente la sua direzione risultando invece un pasticciato melodramma gratuito e qualunquista, condito con qualche battuta che cerca di far ridere. Un vero buco nell’acqua.
Malgrado i buoni contribuiti delle attrici (Laura Chiatti, Antonia Liskova, Jun Ichiwaka, Chiara Francini), la recitazione non può salvare il film in alcun modo perché sono proprio le battute ad essere stanche, prive di inventiva, sempre volte al superficiale o all'ironia scontata. Come gli improvvisi innesti drammatici che ogni tanto costellano il film, veri e propri spiegoni non necessari sul passato dei personaggi, il tutto ha il tremendo sapore del pretestuoso, del momento creato ad hoc per avere una qualità di film attento ai problemi contemporanei, “giovane”. E che invece risulta ancora più vecchio nella sua goffaggine.
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