Absolute Denial, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2021
Il regista esordiente Ryan Braund firma l'ambizioso film animato Absolute denial che convince tecnicamente, ma non entusiasma dal punto di vista narrativo
Lo sceneggiatore, regista e produttore Ryan Braund si è occupato personalmente dell'animazione di Absolute Denial, suo film di esordio, realizzando a mano i disegni un po' in stile graphic novel che permettono di portare sul grande schermo la storia di un programmatore che sacrifica la propria vita privata e professionale pur di costruire un super computer che non ha paragoni con quanto realizzato in precedenza. David Cohen (nella versione originale con la voce di Nick Eriksen) crede infatti che il cervello umano abbia un design non adeguato e possa essere migliorato con la sua creazione. L'intelligenza artificiale che prende vita grazie al suo genio, sfruttando ogni possibile risorsa - dalla letteratura alle conoscenze matematiche e scientifiche - inizia però a svilupparsi in modo inaspettato, rendendosi inoltre conto che esiste un protocollo chiamato "absolute denial" (negazione assoluta) in grado di far mantenere il controllo sulla creazione tecnologica. David, dopo settimane trascorse in isolamento ed essersi allontanato da tutte le persone che ama, si ritrova alle prese con la complicata situazione causata dal confrontarsi con una macchina dall'intelligenza superiore.
La sceneggiatura di Braund affronta il tema del rapporto tra uomo e macchina in modo piuttosto tradizionale, mostrando il protagonista alle prese con una paranoia crescente e la progressiva consapevolezza di aver compiuto degli errori nella propria vita, dando brevemente spazio anche a una riflessione sui sacrifici personali compiuti pur di raggiungere un obiettivo apparentemente impossibile da realizzare. Il classico espediente dell'intelligenza artificiale fuori controllo, pur essendo sviluppato bene, non offre però nulla che non sia già stato visto più volte sul piccolo e grande schermo e a livello narrativo il passaggio da corto a lungometraggio non ha aggiunto molto a un progetto molto ambizioso dal punto di vista della realizzazione, portando a una scommessa vinta dal filmmaker tecnicamente, ma al tempo stesso narrativamente poco in grado di distinguersi. Absolute Denial merita comunque l'apprezzamento per quanto riguarda l'animazione, davvero ben sviluppata a gestita dal regista.