A Young Doctor's Notebook: la recensione
Daniel Radcliffe (Harry Potter) interpreta un giovane medico in questa bella miniserie: ecco il commento...
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Molto tempo prima di diventare il genio creativo destinato alla fama – purtroppo postuma – per aver scritto il capolavoro Il Maestro e Margherita, il russo Michail Bulgakov era un giovane, impacciato e terrorizzato al momento di affacciarsi alla vita dopo aver conseguito la laurea in medicina. Era un'altra Russia, alle soglie ma ancora non rivoluzionata dal crollo del regime zarista, un Paese, una cultura, una società che l'autore volle raccontare, in maniera autobiografica, con una serie di storie che poi avrebbero formato i Racconti di un giovane medico. Puntando su un cast di richiamo e su un formato inusuale (appena quattro puntate da venti minuti), Sky Arts ha deciso di portare sul piccolo schermo quella piccola opera, vincendo la propria scommessa.
Sfruttando pienamente il poco tempo a disposizione, A Young Doctor's Notebook riesce a costruirsi una propria dimensione narrativa, un proprio stile sempre a metà tra humor nerissimo e dramedy, una perfetta alchimia tra i protagonisti e un'identità libera rispetto all'opera originale. Il punto di forza dei racconti consisteva nella grande carica autobiografica di cui Bulgakov aveva voluto riempire il suo protagonista, rendendolo – e rendendoci – partecipe di tutte le sue preoccupazioni e ansie al momento di mettersi alla prova, nella descrizione di situazioni mediche ritenute insormontabili e nel saper comunicare la grande gratificazione al momento di aver superato una prova.
Una regia e un montaggio adeguati alle esigenze narrative contribuiscono a tenere sempre alto il ritmo in questa serie nella quale non viene concesso un attimo di tregua e non esiste praticamente soluzione di continuità tra scene surreali (su tutte rimangono quelle in cui il giovane medico si ritrova a ricevere consigli o a litigare con la versione adulta di sé), momenti puramente divertenti o violente situazioni di natura medica in cui non si risparmia nulla alla vista (alcune scene sono decisamente esplicite e brutali). I difetti risiedono in una durata veramente breve (ma considerando il materiale originale non si poteva fare altrimenti) e nella debole storyline ambientata nel 1934 che, se da un lato dà il via alla trama, finisce presto per appesantire e annoiare. Quello che rimane alla fine è un piccolo ma gradevole esperimento che, anche considerando la breve durata, merita di essere recuperato.