A Total War Saga: Thrones of Britannia semplifica ma non innova - Recensione

Anglosassoni, gaelici e vichinghi, nell'Alto Medioevo: la recensione di A Total War Saga: Thrones of Britannia

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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È difficile capire per quale motivo SEGA e Creative Assembly abbiano deciso di inaugurare una nuova serie per portare su schermo esattamente quanto propone da anni e anni un'altra dal nome quasi identico, perché di differenze tra A Total War Saga e Total War praticamente non ce ne sono, né nell'impostazione, perché sempre di un gameplay strategico/gestionale si parla, né nella complessità e densità della struttura di gioco, dettagliata, rifinita, varia. Quindi, per essere chiari, A Total War Saga: Thrones of Britannia, ora disponibile su PC, si gioca esattamente come tutti i capitoli della serie e gli appassionati si sentiranno a casa.

È nell'Alto Medioevo che il giocatore cerca la gloria della conquista e del prestigio, mettendosi al comando di una delle varie fazioni che, nella Britannia del IX secolo d.C., si contendevano una terra quasi perennemente in guerra, già da decenni attraversata dalle incursioni dei vichinghi ma anche dai conflitti tra i tanti piccoli regni locali. Ritorna quindi all'ambientazione storica, Creative Assemby, dopo i due videogiochi tratti dall'universo di Warhammer. L'ultimo era stato Total War: Attila, e rispetto ad esso, perché poco onesta sarebbe una comparazione con le due produzioni su licenza Games Workshop (visto il setting fantasy, foriero di varietà e diversità), si notano tutta una serie di aggiustamenti che in alcune occasioni semplificano, altre, purtroppo, banalizzano l'esperienza complessiva.

[caption id="attachment_184616" align="aligncenter" width="1920"]A Total War Saga: Thrones of Britannia screenshot L'interfaccia è chiara e piacevole, con i particolari ritratti delle unità e dei comandanti[/caption]

Quanto più salta all'occhio, dopo aver affrontato alcune ore di gioco utilizzando una certa fazione o un'altra, è una certa uniformità nell'approccio. Ovviamente, come da tradizione, ognuna di esse ha caratteristiche e unità particolari, ma è francamente difficile individuare elementi che differenzino in modo sensibile le partite alla guida degli anglosassoni, dei gaelici o dei vichinghi. Certo, è soprattutto dovuto a motivi geografici e culturali, ma forse sarebbe stato più opportuno esaltare i tratti peculiari delle fazioni per avere una soluzione magari meno storicamente accurata ma più soddisfacente nell'economia del gioco.

"L'impressione generale è che Creative Assembly abbia voluto sperimentare varie nuove soluzioni, ma in realtà nessuna di esse impatta talmente tanto sul gameplay da fornire un'esperienza fresca e innovativa"Altro elemento di relativa novità è il poco controllo che il giocatore ha sugli edifici e sulle attività dei centri abitati. Ognuno di essi infatti ne ha di prestabiliti, in base alla posizione (in campagna ci saranno più fattorie, sulle coste una casella sarà sempre occupata da un porto) e offre un margine irrisorio alla realizzazione di altri. In alcuni episodi di Total War c'era qualcosa di simile, ma in A Total War Saga: Thrones of Britannia c'è davvero poca libertà di scelta, elemento che da un lato rende l'esperienza di gioco più fluida e fruibile, dall'altro limita il pensiero gestionale dei giocatori più appassionati. È invece apprezzabile in toto la scelta di poter arruolare qualunque unità in qualunque punto della mappa, anche perché lo sviluppo delle unità è legato non tanto agli edifici ma allo sviluppo delle tecnologie.

L'impressione generale è che Creative Assembly abbia voluto sperimentare varie nuove soluzioni, anche coraggiose, per vedere l'accoglienza ad esse riservate dai giocatori, per poi, chissà, implementarle nella serie regolare, ma in realtà nessuna di esse impatta talmente tanto sul gameplay da fornire un'esperienza fresca e innovativa, anzi di qualcosa i giocatori più tradizionalisti di Total War potrebbero persino sentire la mancanza, come degli eroi, unità solitarie dai molteplici compiti, alcuni dei quali in A Total War Saga: Thrones of Britannia sono relegati alla parte relativa alla politica e agli intrighi, mentre altri (come l'uccisione di determinati nemici) sono assenti.

[caption id="attachment_184615" align="aligncenter" width="1920"]A Total War Saga: Thrones of Britannia screenshot La campagna del Wessex mette a disposizione fin da subito un ampio numero di territori già sotto il proprio dominio, ma non sarà sempre così[/caption]

Non si deve però pensare che come strategico/gestionale il titolo non sia valido, tutt'altro. Al netto delle sue semplificazioni e delle sue piccole assenze A Total War Saga: Thrones of Britannia, ma potendo anche contare su elementi rinnovati e più convincenti, come le battaglie navali e gli assedi, è una produzione dall'impianto di gioco granitico e ricco, nella quale pianificazione, attenzione all'economia e alle risorse, capacità strategiche e organizzazione bellica sono fondamentali per trionfare nella campagna e sugli altri giocatori, e che può sempre fregiarsi di una tecnica e di una ricostruzione storica ben curati. Permangono alcuni ormai annosi problemi, come la qualità delle battaglie in tempo reale, che proprio non riescono ad essere all'altezza delle fasi gestionali, ma non ci aspettavamo certo di vederli risolti nel primo capitolo di una serie che di nuovo ha a malapena il nome: vista la solidissima tradizione dalla quale è nata può benissimo permetterselo.

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