A Sort of Fairytale 2, la recensione
Abbiamo recensito per voi il secondo numero di A Sort of Fairytale, realizzato da Paolo Maini e Ludovica Ceregatti
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Zoe è scampata all'attacco dei Predoni mosso contro l'avamposto in cui viveva insieme ai suoi genitori. Convinta che siano ancora in vita decide di partire, forte di una mappa che le ha lasciato il padre. Lungo il cammino, incontra un mutato dalle fattezze decisamente bizzarre che, dopo averla salvata dai predoni e dal loro capo, il Cacciatore, diventa il suo protettore. I due sono diretti verso l'Avamposto 18, luogo che il papà di Zoe nominava spesso e in cui la piccola è certa di ricongiungersi con i suoi amati genitori. Cosa lega la fanciulla al mostro, quali insidie incontreranno, e come reagirà la gente a questa strana "amicizia" lo scoprirete leggendo il racconto imbastito da Paolo Maini.
Inserita nel filone Young Adult, la protagonista ha peculiarità ben precise che la rendono originale e le conferiscono un'aura dolce, capace di creare un'immediata empatia con il lettore. Il quaderno e i suoi colori - simboli di un'età spensierata che non c'è più - sono una fuga dalla brutalità del quotidiano che prende forma attraverso comprimari ben caratterizzati e un'espressione di quel manicheismo morale tipico delle fiabe. Ogni elemento viene dosato nella giusta quantità e concorre a creare una storia mai banale in grado di mantenere vivo l'interesse e lasciare il lettore con la giusta suspense, in vista del prossimo numero.
Come nell'albo precedente, anche in chiusura di quest'emozionante avventura troviamo delle interessanti schede che approfondiscono i personaggi e i mutati incontrati lungo la strada, cosa che rende ulteriormente piacevole e agile la lettura. A Sort of Fairytale si conferma un fumetto di qualità, prodotto da una realtà editoriale che, grazie a un catalogo eterogeneo, continua ad affermarsi come fucina di giovani talenti.