9-1-1 1x01 "Pilot": la recensione

La nostra recensione dell’episodio pilota di 9-1-1 in onda su Fox

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Spoiler Alert
9-1-1 è solo il primo degli show del 2018 che, assieme al nuovo spinoff di Grey's Anatomy, avrà come protagonisti quelli che anche da noi sono ormai definiti i first responder, cioè i primi soccorsi che arrivano sul luogo di un incidente che, notoriamente, negli Stati Uniti, viene denunciato al numero di emergenza 911.

Con cinque anni di ritardo sul franchise di Dick Wolf trasmesso dalla NBC (Chicago Fire, Chicago P.D., Chicago Med), anche la Fox si adegua al tema con questa nuova serie, creata da Ryan Murphy e Brad Falchuk che segue le vite di un'operatrice del 911 e di alcuni paramedici, pompieri e poliziotti che lavorano nella città di Los Angeles. Non vi è dubbio che questo genere di show, in parte drammatico, in parte adrenalinico per le situazioni in cui i protagonisti vengono a trovarsi di puntata in puntata, sia apprezzato da un pubblico generalista che cerca un certo genere di intrattenimento leggero, senza troppe pretese, ma ciò non vuol dire che il termine "leggero" debba per forza significare di bassa qualità.

Nonostante la presenza di ottimi interpreti come Angela Bassett, il sergente della polizia Athena Grant il cui marito Michael (Rockmond Dunbar), dopo anni di matrimonio, fa outing confessando di essere gay, l'operatrice del 911 Abby Clark (Connie Britton), una quarantaduenne single con una madre gravemente malata di Alzheimer ed il capitano dei pompieri Bobby Nash (Peter Krause), un ex alcoolista che combatte ancora con la sua passata dipendenza e con un'evidente sindrome da burnout, 9-1-1 è per lo più un grande cliché composto da dialoghi piuttosto imbarazzanti.
Lo stesso Bobby Nash, si presenta al pubblico con un dialogo in cui spiega come il livello di tensione a cui le persone che fanno il suo mestiere sono sottoposte, fa di loro delle vittime predestinate per l'alcoolismo - proprio come lui - la dipendenza dal gioco o dal sesso, tutte valvole di sfogo per un mestiere che li porta sempre al limite, senza necessariamente dare loro un senso di chiusura o pace. Una volta che un first responder ha infatti portato a termine il proprio compito, non gli è dato di sapere se la persona che ha cercato di salvare vivrà o meno, poiché il suo lavoro si ferma davanti alle porte di un pronto soccorso, aumentando così il livello già piuttosto alto di stress al quale è sottoposto.

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Immagini CR: FOX. © 2018 FOX Broadcasting

Sebbene il punto di forza della serie sia sicuramente il ritmo generale ed il susseguirsi di salvataggi e situazioni ad alta tensione, dove fallisce - con qualche eccezione - è proprio nella caratterizzazione dei personaggi, come per esempio quello del pompiere Evan Buckley (Oliver Stark), descritto sostanzialmente come un idiota che pensa che il sole sorga e tramonti con lui e che usa la divisa, nonché le strutture del Dipartimento, come se fossero i suoi personali giocattoli atti a fargli conquistare la successiva ragazza con cui avere l'ennesimo insignificante rapporto sessuale.
Naturalmente, come c'era da aspettarsi, dopo essere stato licenziato per aver usato per la seconda volta il camion dei pompieri per un incontro a luci rosse, Evan finirà per distinguersi in una chiamata d'emergenza in cui il suo intervento sarà essenziale per salvare la vita di una bambina, riconquistando così il suo posto di lavoro ed una seconda possibilità per dimostrare al proprio superiore di meritare la divisa che porta. Ma anche questa particolare trama, più che di un colpo di scena, ha piuttosto il sapore del déjà-vu.

L'atmosfera decisamente patinata della serie, infine, con tanto di Stazione dei Pompieri che sembra più frutto della mente di un designer che un vero e proprio luogo di lavoro, non contribuisce a dare all'episodio pilota quel senso di realismo di cui avrebbe bisogno, il tutto nonostante alcuni dei salvataggi che vengono mostrati siano tratti da vere chiamate al 9-1-1 e quindi più che realistici.

La prima stagione di 9-1-1 va in onda negli Stati Uniti ogni mercoledì su Fox.

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