4001 A.D., la recensione

Abbiamo recensito per voi 4001 A.D., evento Valiant di Matt Kindt, Clayton Crain e David Mack

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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4001 AD #1, anteprima 01Nel 4001 d.C. la Terra è una distesa desertica priva di qualsiasi traccia di civiltà. L’ultima superpotenza rimasta è un satellite staccatosi dal pianeta e ora in orbita: il Nuovo Giappone. Molteplici sono i settori di cui è composto, tutti controllati dal Padre, un'intelligenza artificiale onnipotente e onnisciente che esercita il suo dominio attraverso suo "figlio" Rai, un essere composto in egual misura da tessuto umano e sintetico, un guerriero instancabile, fedele al suo creatore.

Dopo secoli di pace, un omicidio ha sconvolto l’ordine costituito e ha permesso a Rai di scoprire le sue vere origini, cosa che l'ha spunto a ribellarsi al Padre. Sconfitto ed esiliato sulla Terra, il Nostro ha saputo rialzarsi; ora, forte dell’aiuto del Guerriero Eterno Gilad Anni-Padda e di Lemur, è pronto a guidare una rivolta contro chi soggioga la mente e la volontà degli umani.

Mentre il Nuovo Giappone viene smembrato per impedire che il virus innestato da Lula si espanda fino a infettare l’intero sistema, Rai è deciso a sferrare l’attacco finale e a smascherare il Padre, rivelatosi un’orrida creatura manipolatrice e priva di scrupoli.

4001 A.D. è un evento Valiant che segue le vicende dello Spirito Nascente del Nuovo Giappone nelle sue ultime, scritto da un ispirato Matt Kindt e illustrato da Clayton Crain - disegnatore della serie di Rai - e da David Mack, che ha curato le pagine introduttive dei singoli capitoli.

4001 AD #1, anteprima 03

Rispetto alla timeline dell’Universo Valiant animata dai vari Bloodshot, X-O Manowar e Faith, siamo proiettati due secoli avanti, in un futuro distopico privo di eroi; ciò rende questa corsa contro il tempo per tentare di impedire la totale distruzione del genere umano una lettura facilmente fruibile a tutti senza conoscenze specifiche.

Libera da vincoli di continuity e sostanzialmente priva di comprimari, la miniserie è imperniata esclusivamente su Rai e sul ristretto cast di “ribelli”. La componente action fa la parte del leone riuscendo a catalizzare l'attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina. I continui colpi di scena e i conflitti interiori dei personaggi conferiscono al contempo meraviglia e profondità alla storia spazzando via soluzioni banali: la sceneggiatura è centrata, e lo sviluppo narrativo figlio di caratterizzazioni messe a fuoco da dialoghi ficcanti.

A differenza dei recenti crossover di Marvel e DC Comics, l'avvento di 4001 A.D. non è stato anticipato da annunci roboanti né è previsto un numero eccessivo di tie-in che ne disperdano l'idea primigenia. Tutto è concentrato in poche uscite - com'è stato a suo tempo per The ValiantBook of Death - Il Libro dei Caduti - cosa che permette a sceneggiatori ed editor di pianificare con coerenza importanti sviluppi che possano infondere nuova linfa alla variegata architettura dell'Universo Valiant.

4001 AD #1, anteprima 06

Il Nuovo Giappone creato da Crain è dominato da tonalità oscure su cui si staglia la candida figura di Rai: un contrasto cromatico esteso alle altre "anime buone” della storia, a evidenziarne la forza, l’umanità e la purezza. I singoli passaggi di 4001 A.D. sono scanditi dalla plastica potenza delle anatomie realistiche delineate dall’artista dell’Oregon, abile nel catturare le sfumature di una sceneggiatura che poggia sull'azione quanto su una linea emotiva efficace: la sofferenza per le vittime di questa guerra, il travaglio dovuto a prese di posizione nette e la voglia di riscatto, di liberare un intero popolo.

4001 A.D. è un evento perfettamente riuscito che chiude il ciclo di storie di Kindt su Rai e apre una nuova fase nella vita dello Spirito Nascente.

Il volume presenta in appendice la storia breve L'Esiliato, pubblicata originariamente sull'albo statunitense del 2016 4001 A.D. Free Comic Book Day. Essendo ambientata prima dei fatti della miniserie, questa collocazione la rende un mero riempitivo ormai inutile ai fini della narrazione; grazie alle splendide tavole di Clayton Henry, però, il racconto risulta comunque piacevole e qualitativamente in linea con il resto del volume pubblicato da Star Comics.

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