4001 A.D.: Oltre il Nuovo Giappone, la recensione

Abbiamo recensito per voi 4001 A.D.: Oltre il Nuovo Giappone, pubblicato da Star Comics

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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4001 A.D. X-O Manowar, anteprima 01Nel corso dell'ambizioso evento 4001 A.D. abbiamo scoperto come Rai, il guardiano del Nuovo Giappone, abbia scoperto la bugia che si celava dietro al mondo creato dal Padre: un dominio dispotico in cui tutto e tutti sono controllati da un’entità artificiale onnipotente e onnisciente. Dopo essere stato sconfitto ed esiliato sulla Terra, lo Spirito Nascente ha deciso di tornare all’attacco e ha trovato nel Guerriero Eterno Gilad Anni-Padda e in Lemur gli alleati ideali.

Nel frattempo, la giovane Lula e gli altri ribelli ancora sul satellite hanno innestato un virus nel centro di controllo del Padre, indebolendone le difese. Per evitare la sconfitta, il despota ha iniziato a sganciare i diversi settori di cui era composto il Nuovo Giappone, i quali sono precipitati sulla superficie del pianeta.

Ricongiunte le forze, Rai ha trionfato sul suo creatore e messo la parola fine al regno oscuro del Padre. Sulle pagine di 4001 A.D.: Oltre il Nuovo Giappone, pubblicato da Star Comics, sono raccolte quattro storie legate all’evento Valiant. Si tratta di one-shot che esplorano lo scenario della Terra dopo la caduta del Padre focalizzandosi su alcuni dei personaggi di questa timeline. Tutte le storie, infatti, sono ambientate nel 41° Secolo, eccezion fatta per 4001 A.D.: X-O Manowar, che riempie il vuoto narrativo creatosi tra il presente dell’Universo Valiant e l’anno 4001.

Aric di Dacia, l’ultimo X-O Manowar, è morto da oltre cent’anni quando le Nazioni Unite decidono di utilizzare la tecnologia dell’armatura aliena per affrontare la minaccia del Nuovo Giappone.

4001 A.D. Shadowman, anteprima 01

Lo scrittore Robert Venditti, affiancato dal disegnatore Clayton Henry, ci conduce in una battaglia il cui esito è già noto ma riuscendo comunque a imprimere drammaticità al tutto. La tensione è palpabile, così come l’urgenza per la risoluzione del conflitto che potrebbe decretare la fine del mondo come lo conosciamo. Intenso e ben disegnato, 4001 A.D.: X-O Manowar mantiene inalterate le peculiarità del condottiero visigoto, sebbene Aric non sia presente: in fondo, resistere, combattere e non demordere sono valori universali che possono essere portati in scena anche con protagonisti diversi.

Anche 4001 A.D.: Bloodshot tiene fede alle atmosfere che da sempre contraddistinguono il soldato perfetto. Jeff Lemire - già sceneggiatore dell’eccellente serie Bloodshot Reborn - insieme a Doug Braithwaite conduce l’arma letale definitiva nella gelida Russia per chiudere i conti con il passato e cancellare per sempre il suo lato umano: dalle ceneri dell’uomo che fu, un nuovo essere risorge, pronto a gettarsi nella mischia con la solita rabbia e determinazione.

Come Venditti, lo stesso Lemire adotta un approccio similare a quello della serie regolare, restituendoci un personaggio maturato ma sempre fedele alle premesse. Lo stile realistico di Braithwaite esalta l’aspetto umano della storia, cogliendo le sfumature emozionali della sceneggiatura dello scrittore canadese.

La seconda metà del volume è caratterizzata da scenari decisamente più selvaggi e ospita 4001 A.D.: Shadowman, scritta da Jody Houser e da Rafer Roberts per i disegni di Robert Gill, e 4001 A.D.: War Mother, di Fred Van Lente (testi) e Tomas Giorello (disegni).

4001 A.D. War Mother, anteprima 01

L’annuale sacrificio degli umani della città di Getsemani offre il pretesto a Drub Tarley di guidare una rivolta contro gli abitanti della Città dei Morti. Tra i tre giovani destinati a immolare la propria vita, la giovane Kai emerge con forza di volontà e purezza d’animo, intenta a smascherare le menzogne di Tarley e a portare pace tra gli esseri della Zona Morta.

Visto il genere di ambientazione e l’assetto politico in cui va in scena il ritorno di Shadowman, la storia sviluppa in maniera abbastanza canonica il tema della diversità: le fazioni dei “vivi” e dei “morti” in lotta da sempre sulla scorta di pregiudizi e false dicerie. Spetta come sempre alle nuove generazioni rompere una guerra ingiustificata.

Infine, l’occasione offerta dal volume antologico è buona per presentare ai lettori il personaggio di Ana, Madre di Guerra, armata di una pistola senziente. Per mantenere in vita la sua tribù, i Rovis, deve uscire dalla Selva e cercare materie prime necessarie per il loro sostentamento. La scoperta del Settore 8146 precipitato sulla Terra è una ghiotta occasione che la protagonista non si può lasciare sfuggire.

Le dinamiche tra Ana e la sua arma, Flaco, inoltre, aggiungono quel tocco di humour a una serie che crea una buona empatia con il lettore. Mistero, scenari esotici e azione sono gli ingredienti di quest’esordio che soddisfa anche i palati più fini.

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