300

480 a.c. Uno sparuto esercito spartano deve fronteggiare l’imponente armata persiana di Serse. Stile pubblicitario, personaggi monodimensionali e violenza falsissima: ovviamente, sarà un successo mondiale…

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Regia: Zack Snyder

Cast: Gerard Butler, Lena Headey, Dominic West, David Wenham, Vincent Regan, Michael Fassbender

Sceneggiatura: Zack Snyder, Kurt Johnstad & Michael Gordon

Data di uscita italiana:23 marzo 2007

 Voto: 4,5/10

“Il cinema è come una battaglia: amore… odio… azione… violenza… in una parola: emozione”. Cosi parlava, in un cammeo nel film Il bandito delle ore undici di Jean-Luc Godard, il regista Samuel Fuller, che di guerra se ne intendeva, avendo partecipato come cineoperatore a diversi conflitti e avendo realizzato pellicole importanti sull’argomento, come Corea in fiamme, L’urlo della battaglia e Il grande uno rosso. Insomma, non è difficile capire perché i film bellici siano così (potenzialmente) interessanti: raccontati bene, possono esprimere tutto l’esperienza umana.
Basta avere questo obiettivo. Che evidentemente non era una priorità di Zack Snyder e del suo 300.

Viene naturale fare un paragone con il recente Lettere da Iwo Jima, considerando il soggetto simile (due eserciti che sanno di non poter sopravvivere al nemico, ma si battono valorosamente per la loro patria). Eastwood descrive un racconto corale magnifico, con personaggi che rimangono nel cuore e per cui soffriamo, il tutto con uno stile classico ed elegiaco ammirevole. Zack Snyder invece preferisce creare dei protagonisti monodimensionali (quando si dice che sono stati tagliati con l’accetta, non ci si riferisce soltanto agli addominali e ai deltoidi), con uno stile post-moderno (traduzione per chi non ha capito: mancanza di stile) assolutamente finto e sciatto. Infatti, non è il caso di farsi fregare da una fotografia spettacolare (anche se a me non dice nulla, visto che certe cose in pubblicità vengono fatte da decenni), che maschera una povertà espressiva registica da far paura. E, soprattutto, se qualcuno si eccita per un ralenti ogni 15 secondi, forse scambia il cinema per la moviola calcistica.

Molti, negli Stati Uniti, hanno paragonato 300 ad un videogame, accusandolo anche di non essere cinema. Io sono assolutamente ignorante nel campo dei videogiochi, ma ad occhio posso tranquillamente dire che molti titoli di questo settore sembrano decisamente più coinvolgenti della pellicola in questione. Non arriverei a sostenere, comunque, che non si tratti di cinema. Semplicemente, si tratta di brutto, bruttissimo cinema, peraltro molto diffuso attualmente. Un cinema fatto di muscoli (in tutti i sensi), ma senza cervello e senza cuore (nonostante le lezioni di Leonida e Gorgo al figlio).

In Italia, è probabile che buona parte della critica si concentrerà (come fa di solito per prodotti di questo tipo) sul poco realismo e su certe libertà narrative. Sarebbe uno sbaglio. E non certo perché 300 sia una pellicola storica accurata. L’esercito persiano, secondo le tesi più attendibili, non era certo composto di un milione di soldati, ma tra i 60.000 e i 120.000. E ovviamente un soldato spartano che uccide, in preda al furore, 13 nemici nel giro di quindici secondi, il tutto senza un graffio, non è il massimo del verosimile.
Ma sbaglia chi perde tempo con questi argomenti, come se la storia antica ci dovesse venir insegnata dai prodotti commerciali di Hollywood e non dalla scuola. Il problema vero è che si assiste a due ore di nulla, se non battaglie cruente (ma troppo stilizzate) e ostentazioni di eroismo. Lasciamo perdere poi certi momenti rozzissimi (in almeno 2-3 momenti, si ha l’impressione di vedere una pellicola di arti marziali di Hong Kong) e scene intime volgarissime (non tanto per i contenuti, quanto per la banalità in cui vengono mostrate le scene di sesso).

E poi, il discorso ideologico. Fermo restando che prodotti del genere non possono essere presi troppo sul serio, sarei curioso di sapere cosa ne pensano certi critici del Signore degli Anelli (accusato di fascismo nonostante la sua umanità sconfinata) di questa esposizione di muscoli e forza.

Insomma, va detto chiaro e forte. 300 è soltanto uno specchietto per le allodole, che dietro ad una confezione pseudoelegante nasconde un vuoto narrativo/artistico sconvolgente. Il problema è che, apparentemente, sembra essere proprio quello che vuole il pubblico…

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