24: Live Another Day - la recensione della doppia première
La recensione di 24 - Live Another Day, che segna il ritorno dell'agente Jack Bauer
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L'azione di svolge a Londra, quattro anni dopo l'ultima apparizione di Jack Bauer. Rintracciato e catturato dalla CIA, l'ex agente viene fatto prigioniero. Se l'agente Steve Navarro (Benjamin Bratt) è soddisfatto per l'operazione, altrettanto non si può dire per la sua collaboratrice Kate Morgan (Yvonne Strahovsky) che reputa invece troppo semplice la cattura dell'uomo e sospetta che Jack stia tramando qualcosa. Sarà lei, spinta anche dal desiderio di riscatto dovuto al fatto che suo marito si è scoperto essere un traditore della nazione, a capire per prima cosa stia tramando Jack. Con il consueto montaggio alternato, l'utilizzo dello split screen, il rigido scandire la narrazione attraverso il familiare "ticchettio" che segna l'avanzamento della trama, la scrittura di Evan Katz e Manny Coto sposta intanto lo sguardo su altre parti del globo, apparentemente slegate l'una dall'altra.
Dopo un primo, normale momento di confusione generale, le schegge impazzite della trama iniziano a convergere e a collegarsi fino a restituirci un quadro forse incompleto, ma comprensibile. E in tutto questo adrenalina, azione, tensione senza un momento di stanca. La formula, anche se dimezzata nella sua durata, rimane fedele al modello che ha portato al successo le otto stagioni precedenti. Sutherland, visibilmente più invecchiato, vive comunque di un carisma del ruolo costruito in passato, pronuncia le prime parole a mezz'ora dal suo ingresso in scena, regge perfettamente tutti i momenti in cui è protagonista. Apprezzabile, tra le tante, la new entry Yvonne Strahovsky (Chuck), in questo momento nemesi e predatrice di Jack, che prevedibilmente finirà invece per fare spalla con lui contro la vera minaccia stagionale.