24: Legacy 1x01 "12:00 Noon – 1:00 PM"/1x02 ""1:00 PM – 2:00 PM"": la recensione

24: Legacy cerca di far rivivere la storica serie con Kiefer Sutherland costruendo nuovi conflitti e puntando su un nuovo protagonista

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Considerati i tempi in cui un reboot non si nega a nessuno, anche 24 si prende la sua bella occasione di reincarnazione sulla Fox. Lo fa a tre anni da 24: Live Another Day, revival che aveva riportato, forse per l'ultima volta, Kiefer Sutherland a vestire i panni dell'inarrestabile Jack Bauer. Era una stagione dimezzata rispetto alla canonica durata dello show, tant'è che, ironicamente, la si sarebbe potuta chiamare anche 12. E a quella stessa formula, in realtà non sbagliata e comprensibile come principio, si rifarà anche questo 24: Legacy, che riprende anni dopo con nuovi personaggi, nuove sfide e soprattutto un nuovo protagonista. La première agganciata al Super Bowl, e seguita il giorno dopo già da un secondo episodio, non ha fatto registrare numeri eccelsi, ma considerata la natura limitata della serie questo almeno per il momento non dovrebbe rappresentare un problema.

Mesi dopo un'importante operazione antiterroristica, gli uomini di una squadra d'assalto sono sistematicamente e contemporaneamente presi di mira. Seguiamo la crisi dal punto di vista di quello che diventerà il protagonista dello show: l'agente Eric Carter (Corey Hawkins). L'uomo cerca di farsi strada verso la verità, districandosi tra rapporti professionali in cui deve capire al più presto di chi può fidarsi e di chi no. Al tempo stesso deve proteggere chi si trova accanto a lui, la moglie Nicole (Anna Diop). Il tutto, ovviamente, sullo sfondo di una crisi più grande che monta e che viene scandita dal classico ritmo martellante dei minuti che scorrono (anche se il colore è diverso).

Chi identifica 24 con la figura di Jack Bauer potrà trovare autonomamente una risposta al valore di una simile operazione. Ora, in realtà non è detto che Sutherland non ritorni brevemente, anche solo per sancire con la propria apparizione un passaggio di consegne che a quanto pare sembra inevitabile. D'altra parte si parla di un nuovo inizio o, nel caso in cui questa stagione rimanga un unicum, un po' sulla falsariga di The Bourne Legacy, con cui condivide parte del titolo, di un prodotto a sé stante. E per ciò che è non è nemmeno un cattivo prodotto.

Il ritmo martellante rimane una costante di un prodotto che sa come tenere agganciati alla visione. Forse un po' meno in un periodo in cui il binge watching è diventato una possibilità sempre più concreta ed esplorata, e che andrebbe molto bene per una formula come questa che gioca sulla simultaneità e sulla strettissima vicinanza degli avvenimenti. In ogni caso, e con tutte le diffidenze che il prodotto si portava alle spalle, il doppio episodio funziona. Ci presenta una grande minaccia, indefinita quanto basta nei suoi contorni, ma che vive attraverso gli occhi delle persone che ne sono direttamente minacciate.

Ci saranno tradimenti da scoprire e motivazioni da portare alla luce, e tutto sarà più o meno corale. Spiccano tra gli altri il personaggio di Miranda Otto nei panni di Rebecca Ingram, una ex direttrice del CTU – certo, la sensazione di già visto per gli spettatori di Homeland è forte – e di Kathryn Prescott nei panni di Amira, una giovane studentessa coinvolta in qualcosa di pericoloso. Meno apprezzabile Corey Hawkins, che però ha sulle spalle il ruolo più pesante e il confronto più difficile e impari. Nel cast anche Jimmy Smits, nel ruolo di un senatore in corsa per la presidenza.

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